AMERICA/PERU’ - Un appello a difendere la vita e i diritti dei popoli frequentemente minacciati, al termine dell’Incontro Latinoamericano di Pastorale Indigena

lunedì, 16 febbraio 2009

Lima (Agenzia Fides) – “Solidarizziamo con il pronunciamento dei Vescovi e degli operatori di pastorale indigena del Perù sul ‘Valore e lo sviluppo dei Paesi dell’Amazzonia’ e denunciamo le medesime realtà che si vivono in altri paesi dell’America Latina. È un crimine continuare a sfruttare in forma indiscriminata l’ecosistema che è fonte di vita dell’umanità”. È quanto si legge nel messaggio emesso al termine dell’Incontro Latinoamericano di Pastorale Indigena, convocato dal Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) e celebrato dal 9 al 12 febbraio a Lima (Perù).
La convocazione all’Incontro è stata realizzata da Mons. Rodolfo Valenzuela, Vescovo di Verapaz (Guatemala) e Responsabile della Sezione Popoli Indigeni del CELAM. Vi si sono riuniti i Vescovi e i Segretari esecutivi delle Commissioni di “Pastorale dei Popoli Indigeni” degli Episcopati del Messico, del Guatemala, del Nicaragua, della Colombia, dell’Ecuador, del Perù, della Bolivia, del Paraguay e dell’Argentina. Gli interventi hanno riguardato il tema “La Parola di Dio e l’inculturazione” ed hanno avuto i seguenti contenuti: “Sinodo della Parola. Parola di Dio ed inculturazione”, “Animazione biblica della pastorale indigena”, “I popoli indigeni nel Documento di Aparecida”.
Alla fine dell’Incontro, i partecipanti hanno diffuso un Messaggio con un riassunto delle principali conclusioni e proposte elaborate. Tra queste emergono: “fortificare l’incarnazione della fede cristiana nella vita dei popoli che hanno una lunga tradizione storica di fede e spiritualità; enfatizzare l’importanza dell'apprendistato delle lingue proprie dei popoli originari; promuovere la traduzione cattolica della Bibbia nelle diverse lingue dei popoli indigeni; offrire piena fiducia agli indigeni, operatori di pastorale, sacerdoti, religiose, animatori delle comunità e catechisti, affinché si sentano appoggiati ed abbiano il posto che corrisponde loro come protagonisti del processo di inculturazione del Vangelo; che la Bibbia sia più presente nelle riunioni, negli incontri, nelle celebrazioni e nei momenti significativi della vita; organizzare laboratori per traduttori della Bibbia e della Liturgia nelle lingue indigene”.
“Incoraggiamo tutti a restare attenti e vigilanti nella fede che professiamo e nella difesa della vita e dei diritti dei popoli frequentemente minacciati” conclude il Messaggio. (RG) (Agenzia Fides 16/2/2009; righe 26, parole 334)


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