VATICANO - Pasqua: la risposta alla cultura mass mediatica

mercoledì, 7 aprile 2004

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Pubblichiamo un contributo del prof. Claudio Pighin,PIME, Direttore del Centro Comunicazioni Sociali della Pontificia Università Urbaniana.

La gente oggi, più che mai, è invasa da una valanga di parole, frutto di una tecnologia sempre più raffinata. Questa sommergente ondata comunicativa è il frutto di una civiltà centrata sulla quotidiana esperienza dei mezzi di comunicazione. Essi costituiscono l’anima di ogni esperienza sociale. Per cui quanto accade nella vertiginosa attività del nostro mondo è legato all’incidenza della sequenza di messaggi che invadono la vita di ognuno nella presunzione di offrire quella risposta che l’ essere umano di tutti i tempi ha cercato e cerca: vale a dire l’ancoraggio nell’affrontare la complessa vita contemporanea. Purtroppo si deve notare che la ricerca per la risposta fondamentale che l’umanità cerca non passa attraverso i meccanismi del frutto dell’ingegno umano (mass media). Difatti l’opinione corrente si rivolge a questi richiami che sembrano risolvere i problemi della travagliata giornata dell’uomo moderno, il quale, però, rimane purtroppo tradito da questa sua scommessa, perché le sue domande di fondo rimangono senza risposta. Le proposte della cultura mediatica si rivelano insufficienti e legate alla terrestrità dell’avere. E’ una comunicazione quella che caratterizza il nostro tempo e che non riesce a sollevare le persone dai loro orizzonti ristretti. La persona è qualcosa di più.
L’avvenimento della Risurrezione si cala in questo contesto consentendo uno sguardo oltre a questo nostro orizzonte limitato. Oggi più che mai il nostro tempo registra questa situazione.
La Risurrezione, quindi, ci testimonia l’attualità del suo Messaggio. Pasqua si rivela dunque come in tutti i tempi, anche oggi, la vera lettura che propone all’essere umano di non soccombere sotto la pressione della logica del tempo che passa. La Risurrezione è una proposta di una comunicazione incarnata la quale è mediatrice di Vita. In essa il progetto umano trova la pienezza della sua ricerca. Per ciò la sua celebrazione non appartiene alle retoriche delle tradizionali ricorrenze. E’ l’offerta viva e permanente in un tempo che non manca di presunzione e di smarrimento. E’ evidente che in questa prospettiva la nostra comunicazione per essere vitale deve possedere i requisiti contemplativi del mistero pasquale. In tal modo si delinea un vero percorso comunicativo a partire dall’evento esperienziale cristiano più che tecnologico.
Infatti Giovanni Paolo II, nel messaggio in occasione della XXXIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2000, ha detto che “la restaurazione della comunicazione si incentra su Gesù per l'azione dello Spirito Santo”.
E poi nell’istruzione pastorale “Communio et progressio”, n. 10, ci insegna che “Nella vita, nella morte e nella risurrezione di Cristo, la comunicazione fra gli uomini ha trovato il suo più alto ideale e supremo modello in Dio, il quale è diventato uomo e fratello”. Claudio Pighin (Agenzia Fides 7/4/2004; Righe 35 - Parole 436)


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