AFRICA/CONGO RD - Trattative per la crisi nell'est del Congo, mentre i missionari organizzano a Roma una settimana di solidarietà con la popolazione congolese

giovedì, 4 dicembre 2008

Kinshasa (Agenzia Fides)- Sembra essere l'ora della diplomazia nella drammatica crisi nel nord Kivu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo. A Goma, capoluogo della provincia congolese dove da questa estate si affrontano militari regolari, milizie irregolari e i ribelli del Consiglio Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP), si trova il Ministro degli Esteri congolese, Alexis Thambwe Mwamba, che nelle prossime ore dovrebbe incontrare la sua omologa rwandese, Rosemary Museminali.
Kinshasa accusa il Rwanda di appoggiare la ribellione di Nkunda, mentre Kigali afferma che le autorità congolesi devono disarmare i combattenti hutu rwandesi che hanno stabilito le loro basi nell'est del Congo. È presente nella delegazioni congolese anche don Apollinaire Malu Malu, il sacerdote coordinatore del programma Amani, previsto dagli accordi di Goma, firmati da tutte le parti attive nella crisi del nord Kivu, compreso Nkunda, nel gennaio 2008. Il programma Amani, che ha lo scopo di smobilitare i combattenti e reinserirli nell'esercito regolare, è rimasto bloccato da quando gli uomini di Nkunda hanno ripreso le armi. Nkunda infatti vuole un dialogo diretto con il governo di Kinshasa, rifiutandosi di dialogare attraverso le procedure previste dal programma Amani.
All'iniziativa dei due governi, si associa quella dei parlamentari rwandesi e congolesi, che si sono riuniti a Kigali, nell'ambito della Conferenza istitutiva del Forum dei Parlamenti dei Paesi membri della Conferenza Internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi (CIRGL). Questo organismo riunisce 11 Paesi interessati alla risoluzione dei conflitti che insanguinano la regione e alla creazione di una zona di cooperazione economica. Inizialmente formata dai Paesi (RDC, Rwanda, Burundi, Uganda, Tanzania e Kenya) che si affacciano sui due grandi laghi, dell'area, Victoria e Tanganika, la CIRGL si è poi estesa a quelli limitrofi (Angola, Congo Brazzaville, Repubblica Centrafricana, Zambia e Sudan). Nell'ambito della CIRGL è stato firmato un patto di sicurezza e stabilità per far della regione dei Grandi Laghi un'area di sviluppo e non di guerra.
Le condizioni per la pace ci sono dunque: occorre la volontà politica per attuare i diversi accordi firmati da tempo da tutte le parti in causa. Anche per ricordare questa realtà, una serie di associazioni (tra le quali diversi ordini missionari e associazioni cattoliche) hanno dato vita alla Settimana per il Congo, da martedì 2 dicembre 2008 a mezzogiorno a domenica 7 a mezzogiorno nella chiesa dei Congolesi, dedicata alla Natività, in Piazza di Pasquino, a Roma. “Ci riuniamo – afferma un comunicato inviato all'Agenzia Fides dai promotori - per dare del nostro tempo e impegno per essere con il popolo congolese digiunando, informandoci, riflettendo, informando, facendo pressione sulle autorità, pregando, ciascuno secondo le sue modalità… Il digiuno, nella modalità possibile a ciascuno, è un modo di partecipare alla sofferenza del popolo congolese e di metterci disarmati di fronte alle persone che incontreremo, in particolare le autorità. Vogliamo far sapere al mondo che c’è una guerra, in Congo, che cosa essa significa per il popolo congolese, quali sono le cause e i possibili rimedi. Cercheremo di contattare le autorità politiche e religiose, i giornalisti e la popolazione: accogliendoli nella chiesa o andando in delegazione a incontrarli”. (L.M.) (Agenzia Fides 3/4/12/2008 righe 38 parole 409)


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