AFRICA/CONGO RD - Il giornalista ucciso forse aveva informazioni importanti. In ogni caso si è voluto inviare un segnale di intimidazioni a coloro che cercano di informare correttamente sulla guerra nel Kivu

mercoledì, 26 novembre 2008

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Poco prima di essere assassinato Didace Namujimbo aveva appena consegnato un rapporto alla MONUC sulla morte del suo collega di Radio Okapi, Serge Maheshe, ucciso a Bukavu il 13 giugno 2007. Forse aveva scoperto qualcosa di importante su questo crimine” dice una fonte della Chiesa locale (che per motivi di sicurezza ha chiesto l'anonimato) da Bukavu, capoluogo del sud Kivu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo.
Didace Namujimbo, giornalista di Radio Okapi, organo di informazione sostenuto dalla Missione delle Nazioni Unite in Congo (MONUC) e dalla fondazione Hirondelle, è stato ucciso a Bukavu il 21 novembre (vedi Fides 24/11/2008).
“Namujimbo era un giornalista molto impegnato nelle tematiche sociali. Negli ultimi tempi si era occupato delle proteste degli insegnanti per ottenere uno stipendio adeguato. Era una persona molto apprezzata. Ai suoi funerali, la chiesa era stracolma di gente, non è vero che vi erano solo 500 persone, come hanno scritto certi organi di informazione” dice la fonte di Fides.
“La sua morte può essere legata alle indagini che stava conducendo sull'uccisione del suo collega. Di certo si è voluto mandare un ulteriore segnale a chi vuole offrire un'informazione corretta e imparziale su quello che sta accadendo nel nord e nel sud Kivu” aggiunge la fonte. Gli stessi media congolesi fanno fatica a inviare dei cronisti per “coprire” la guerra nel nord Kivu.
La guerra tra il governo di Kinshasa ed i ribelli del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP) di Laurent Nkunda, si svolge infatti anche sul piano mediatico. Nkunda è molto abile nel concedere interviste a diversi organi di informazione internazionali (comprese le più note reti televisive globali), a far filtrare le notizie che lo presentano sotto una luce positiva. Mentre i congolesi rimangono stupiti dall'assenza di dichiarazioni del loro governo, che sembra non essere in grado di gestire questo importante aspetto delle relazioni interne e internazionali. “In effetti stupisce che il governo di Kinshasa non ribatta alla visibilità mediatica di Nkunda, ricordando che è ricercato per crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale, un fatto che è minimizzato da diversi organi di informazione” afferma la nostra fonte. “Dall'altro canto, è vero che i congolesi non godano di buona stampa a causa di fatti oggettivi: il comportamento dell'esercito regolare, che taglieggia la popolazione e violente le donne, come fanno anche i ribelli ed altre formazioni armate; la giustizia che non funziona, gli stipendi inadeguati”.
Nel frattempo, la MONUC denuncia la violazione della tregua in atto nel nord Kivu da parte degli uomini di Nkunda, accusandoli pure di taglieggiare la popolazione. Tra i crimini commessi, secondo le organizzazioni umanitarie presenti sul posto, vi sono quelli sessuali: tra le vittime vi sono adolescenti e bambine. (L.M.) (Agenzia Fides 26/11/2008 righe 33 parole 460)


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