ASIA/PAKISTAN - “Le difficoltà e le pressioni non ci scoraggiano”, dice all’Agenzia Fides S. E. Mons. Lawrence Saldanha, Presidente della Conferenza Episcopale del Pakistan

lunedì, 16 giugno 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “La missione della Chiesa va avanti fra le difficoltà di ogni genere: finanziaria, politica, per le pressioni degli estremisti. Ma Facciamo del nostro meglio e non ci scoraggiamo”, dice in un colloquio con l’Agenzia Fides S. Ecc. Mons, Lawrence Saldanha, Arcivescovo di Lahore e Presidente della Conferenza Episcopale del Pkistan, in Vaticano per la visita Ad limina apostolorum.
“La popolazione cattolica vive in povertà e le difficoltà economiche attraversano anche la Chiesa. Alcuni gruppi radicali musulmani fanno una campagna conto la cristianità, con minacce e intimazioni a lasciare il paese, talvolta con conversioni forzate”, spiega Mons. Saldanha. “Ma la Chiesa continua la sua vita, anche se sotto queste pressioni è difficile. Le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa sono diminuite. Molti giovani hanno solo il desiderio di emigrare. Ma quelli che restano, vengono partecipano attivamente alla pastorale”.
“Cerchiamo di annunciare la Buona Novella di Cristo, ma dobbiamo prestare molta attenzione anche perchè esistono delle leggi, come quella sulla blasfemia, usate per colpire i cristiani. Ci troviamo spesso di fronte alla presenza di estremisti che non rendono agevole l’opera di annuncio. Il governo cerca di controllare questi fenomeni ma non è facile anche per le forze dell’ordine. Il governo pensa di poter trattare con questi gruppi, attivi soprattutto nel Nordovest del paese, che intendono introdurre la sharia. Secondo noi è inutile e non funziona: non si può e non si deve lasciare spazio a questi gruppi, altrimenti acquisteranno sempre più forza e legittimazione. Bisogna combatterli o presto la loro influenza si estenderà su tutto il paese. Il fanatismo religioso è un problema per tutti: anche per il governo pakistano e i musulmani moderati, non solo per le minoranze religiose”.
Ma esistono anche esperienze di dialogo e di collaborazione con l’Islam, come la creazioni di “Comitati interreligiosi per la pace”, in cui ci si riunisce per conoscersi, discutere di problemi comuni, per parlare di riconciliazione.
La Chiesa è attiva sul fronte della promozione dei diritti umani: “Abbiamo partecipato al movimento per la riforma del sistema giudiziario, che ha impegnato la nazione nei mesi scorsi. La Commissione “Giustizia e Pace” collabora con altri organi a difesa dei diritti umani, anche in sede Onu. Siano molto attivi nel settore: partecipiamo alla campagna per la democratizzazione del paese e per la libertà religiosa. Oggi il paese sta compiendo dei passi avanti in tal senso”.
Mons. Saldanha ricorda l’impegno della Chiesa anche nel settore dell’istruzione: si tratta di “una grande responsabilità in un paese con il tasso di analfabetismo al 60%”. Le scuole cattoliche, inoltre, sono aperte anche ai bambini musulmani che stanno insieme e seguono le stesse materie con i bambini cristiani.
“In questa visita Ad limina – conclude l’Arcivescovo – abbiamo portato il nostro carico di problemi ma li presentiamo alla Santa Sede certi di ricevere incoraggiamento, speranza, preghiera e aiuto concreto”.
(PA) (Agenzia Fides 16/6/2008 righe 36 parole 347)


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