AFRICA/SUDAN - Il blitz di Khartoum: un fatto senza precedenti nella recente storia sudanese

lunedì, 12 maggio 2008

Khartoum (Agenzia Fides)- L'attacco dei ribelli del JEM (Movimento per la Giustizia e l'Eguaglianza) alla capitale del Sudan, Khartoum, è un fatto senza precedenti nelle lunga serie di guerre civili che contraddistingue la storia recente del Paese. Mai finora un gruppo di guerriglia era riuscito a portare la guerra alle soglie della capitale. Mentre le tensioni in Sudan sono concentrate in aree periferiche, anche se strategiche (per la loro collocazioni geografica e per la presenza di risorse naturali come il petrolio), il centro del Sudan, con la sua capitale, finora era rimasto relativamente immune dalle violenze (salvo nei casi di colpi di Stato).
Il 10 maggio una colonna del JEM ha attaccato Omdurman, un sobborgo di Khartoum, dopo aver percorso più di 600 chilometri dalle sue basi nel Darfur occidentale, senza essere intercettata dall'esercito regolare. Ai ribelli si sarebbero uniti alcuni militari sudanesi. Nei combattimenti hanno perso la vita almeno una sessantina di persone. Secondo le autorità sudanesi i ribelli sono in fuga ma il loro leader ha rilasciato alcune interviste nelle quali sostiene di trovarsi ancora a Omdurman.
L'azione del JEM è stata condannata dagli esponenti del Movimento/Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (M/SPLA) il movimento del sud Sudan che ha raggiunto nel 2005 un'intesa di pace con Khartoum e i cui esponenti fanno parte del governo centrale. Nei giorni scorsi la stampa internazionale aveva segnalato il ritorno di tensioni tra nord e sud Sudan e un riarmo delle milizie meridionali.
Questa situazione è un riflesso del sistema di potere sudanese che è sempre rimasto nelle mani delle popolazioni che vivono lungo le rive del Nilo. Storicamente infatti in Sudan il governo centrale è stato espressione di queste popolazioni, che sono state quindi avvantaggiate nella distribuzione delle risorse nazionali. Gli abitanti delle altre zone del Paese sono rimaste quindi ai margini e sono costrette a ricorrere alla lotta armata per affermare i propri diritti.
Il JEM, uno dei più importanti gruppi di guerriglia del Darfur, è legato ad Hassan al-Tourabi, l'ex ideologo del regime sudanese, che da tempo è in rotta con il Presidente Bashir, diventando una delle voci più critiche del governo di Khartoum. Tourabi a seguito del raid compiuto dal JEM, è stato arrestato insieme ad altri 4 dirigenti del suo partito, il Popular Congress Party (PCP). Con questa azione il JEM ha voluto rimarcare la sua differenza rispetto agli altri gruppi armati che operano nel Darfur, che focalizzano la loro azione sulle rivendicazioni delle popolazioni locali. Il JEM invece ha voluto dimostrare che la sua azione ha un respiro nazionale, andando a sfidare direttamente il governo centrale nei pressi della capitale.
Vi è poi la dimensione internazionale del raid del gruppo sudanese. Khartoum ha infatti accusato il vicino Ciad di aver appoggiato l'azione del JEM ed ha rotto le relazioni diplomatiche con il governo ciadiano. Il blitz contro Khartoum in effetti ricorda quello compiuto a febbraio (vedi Fides 5/2/2008) da un gruppo di ribelli ciadiani (appoggiati dal Khartoum secondo le autorità locali) contro la capitale N'Djamena. Diversi osservatori ritengono che l'azione del JEM sia dunque una sorta di risposta del governo ciadiano. Tra i due Paesi vi sarebbe quindi una guerra “per procura” combattuta attraverso i rispettivi movimenti di guerriglia. (L.M.) (Agenzia Fides 12/5/2008 righe 38 parole 549)


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