AFRICA/SENEGAL - Lo sviluppo africano passa per l'Asia? L'esempio del Senegal

mercoledì, 7 maggio 2008

Dakar (Agenzia Fides)- Si rafforzano i legami economici tra Senegal ed India grazie ad un accordo tra il governo senegalese e la multinazionale indiana dell'acciaio Arcelor Mittal. La società indiana prevede di investire mille miliardi di Franchi CFA in Senegal (il più grosso investimento effettuato nel Paese, secondo il Ministro delle Miniere Ousmane Ngom) nel complesso minerario di Falémé, la cui capacità produttiva è di circa 800 milioni di tonnellate di ferro di buona qualità.
La somma copre i costi della miniera, della ferrovia, del porto minerario e di uno stabilimento siderurgico, destinato a utilizzare il minerale di ferro estratto localmente. La costruzione della fonderia è stata una delle condizioni poste dal governo locale che desidera far sì che le risorse naturali nazionali non siano semplicemente esportate ma vengano trasformate sul posto, contribuendo alla diversificazione dell'economia locale. I semilavorati in acciaio prodotti dal nuovo complesso siderurgico saranno utilizzati dall'industria edile del Senegal e degli Stati vicini.
Entro il 2011, quando il complesso sarà pienamente operativo, verranno creati dai 10mila ai 20mila posti di lavoro. La società si è inoltre impegnata a investire 3,5 miliardi di Franchi CFA in opere sociali e a provvedere a qualificare la forza lavoro.
Arcelor Mittal, nata dalla fusione tra l'anglo-indiana Mittal e la francese Arcelor, è il primo produttore mondiale d'acciaio ed è una delle principali firme di rinomanza mondiale di proprietà indiana.
Il Senegal guarda all'India anche per far fronte alla grave crisi alimentare causata dall'aumento del prezzo del riso sui mercati internazionali (vedi Fides 17/4/2008). I due Paesi infatti hanno raggiunto un accordo in base al quale l'India si impegna a fornire al Senegal 600mila tonnellate di riso nei prossimi 6 anni. Un accordo significativo se si pensa che New Delhi ad aprile ha sospeso l'esportazione di riso per provvedere alle necessità della propria popolazione.
Per affrontare la penuria alimentare, che ha già provocato alcune sommosse, il Presidente senegalese Abdoulaye Wade ha lanciato la “Grande offensiva agricola per l'alimentazione e l'abbondanza” (“Grande offensive agricole pour la nourriture et l'abondance”, Goana), un piano che attraverso il recupero dei terreni inutilizzati e sottoutilizzati, mira a produrre entro il prossimo inverno, 2 milioni di tonnellate di mais, 3 milioni di tonnellate di manioca, 500mila tonnellate di riso e 2 milioni di tonnellate di altri cereali. Per favorire il piano, che prevede di conferire al Senegal l'autosufficienza alimentare entro 6 anni, il governo di Dakar sta studiando una proposta presentata da una società cinese per la coltivazione in Senegal di sesamo (destinato anche ad essere esportato in Cina). Anche un fondo di investimento degli Emirati Arabi Uniti ha presentato un progetto per mettere in valore 100mila ettari di terreni nel Paese africano. (L.M.) (Agenzia Fides 7/5/2008 righe 33 parole 444)


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