AMERICA/URUGUAY - Lettera di sostegno dei leader di sette Chiese cristiane al Presidente della Repubblica per il suo veto alla “legge sulla salute riproduttiva” che promuove l’aborto

lunedì, 5 maggio 2008

Montevideo (Agenzia Fides) - I rappresentanti di sette Chiese cristiane (Chiesa Anglicana, Chiesa Apostolica Armena, Chiesa Battista, Chiesa Cattolica, Chiesa Greco-Ortodossa, Chiesa Maronita, Chiesa Pentecostale Nascente) hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica dell'’Uruguay, Tabare Vázquez, per esprimergli il loro pieno sostegno “alla sua decisione di vietare la cosiddetta ‘legge sulla salute riproduttiva’ che risulterebbe non solo anticostituzionale ma contraddirebbe l’irrinunciabile principio etico di difesa della vita”.
Secondo i leader che firmano la lettera “la polemica sulla legalizzazione dell’aborto racchiude una falsa contrapposizione tra il bene della madre ed il bene del ‘bambino che sta per nascere’”. Beni ambedue, quello della madre e quello del bambino, che “non si escludono, piuttosto sono essenziali l’uno per l’altro”. Pertanto “non si può tutelare il vero bene della donna senza tutelare quello di suo figlio, come pure non si può tutelare il bene del figlio prescindendo da quello di sua madre”.
Mentre offrono tutto il loro appoggio al Presidente della Repubblica per il veto presentato, i firmatari espongono “alcuni suggerimenti per un’eventuale legge alternativa che si potrebbe definire ‘legge di protezione delle donne incinte’”. Tra questi “la riduzione al minimo della pena per la donna che acconsente ad abortire, poiché è già sottomessa a forti pressioni psicologiche, economiche, sociali, familiari e culturali” e, al contrario, “l’applicazione di una pena ulteriormente aggravata a coloro che collaborano direttamente o indirettamente all’aborto, anche attraverso la vendita di prodotti abortivi”, perché la gravità di questo atto “deriva non solo dalla condizione completamente indifesa del ‘bambino che sta per nascere’, ma anche dal danno provocato alla donna sia moralmente e fisicamente, nel momento in cui si approfitta della sua condizione di vulnerabilità psicologica e sociale”.
I leader chiedono allo stesso tempo di creare o potenziare i centri di sostegno alle donne incinte, “dove équipe di professionisti di differenti specializzazioni offrano alla madre l’aiuto necessario per portare a termine la gravidanza”. Un’altra proposta presentata riguarda la "riforma e la velocizzazione della regolamentazione dell’adozione dei bambini neonati” e, infine, “la promozione della cosiddetta ‘adozione a distanza’, con interventi economici anche dello Stato per favorire tale istituzione”. L’adozione a distanza ha il vantaggio di “evitare lo sradicamento del bambino dalla sua famiglia naturale, fornendo ai suoi genitori l’appoggio economico necessario per superare le difficoltà che molte volte sono quelle che li portano a ricorrere all’adozione”. (RG) (Agenzia Fides 5/5/2008; righe 30, parole 385)


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