ASIA/INDONESIA - Elezioni generali del 2009: si auspica una presenza dei cristiani in politica

martedì, 8 aprile 2008

Giacarta (Agenzia Fides) - Continuano i passi - a volte faticosi o segnati da ostacoli di vario genere - della democrazia indonesiana. Il paese musulmano più popoloso al mondo (oltre 220 milioni di persone, all’85% musulmane) ha sperimentato gli inizi di democrazia dopo la caduta del dittatore Suharto, nel 1998. A dieci anni da quell’evento, che può essere considerato il momento di inizio del cammino democratico indonesiano, il paese ha annunciato le nuove elezioni legislative e amministrative, che si terranno fra circa un anno, il 5 aprile 2009. I partiti avranno tempo solo al 12 maggio prossimo per potersi iscrivere. La Commissione elettorale ha reso noto che le liste con i nomi dei partiti che potranno partecipare al voto saranno diffuse il 5 luglio prossimo. Saranno 154 milioni gli indonesiani aventi diritto al voto che si recheranno alle urne fra un anno, il 4,5% in più rispetto alla tornata elettorale per le presidenziali del 2004.
In vista delle prossime elezioni generali nel 2009, i cristiani indonesiani sono stati esortati a impegnarsi e competere attivamente nella vita politica nazionale, per promuovere i valori di unità, pluralismo, libertà, diritti umani, come ha detto di recente il Forum della Comunicazione cristiana, associazione ecumenica fondata nel 1996 cui aderiscono anche esponenti cattolici, in un recente convegno titolato “La politica cristiana in occasione delle elezioni del 2009”. Nei vari interventi è stata ribadita l’importanza dell’impegno pubblico dei cristiani per costruire una nazione migliore, ma anche per contrastare quelle ideologie e movimenti di stampo fondamentalista che oggi minacciano i principi costituzionali della Pancasila, su cui si basa la pacifica convivenza tra le diverse etnie e religioni in Indonesia. Tale approccio, si è detto, deve coinvolgere tutti i cittadini indonesiani, dato che libertà e democrazia sono valori e principi comuni e di cui beneficiano tutti.
Nelle elezioni precedenti, come in quelle del 2009, la Chiesa cattolica indonesiana ha sempre tenuto e continuerà a tenere alta la bandiera della trasparenza, del rispetto della dignità della persona, del dialogo interreligioso, del rifiuto di ogni fondamentalismo, dell’attenzione allo sviluppo sociale ed economico equo e solidale. Denunciando, senza titubanze, anche le violazioni egli abusi sulla libertà religiosa: dal 1994 al 2007, segnalano alcune organizzazioni cristiane, oltre cento chiese cristiane sono state costrette a chiudere i battenti a causa delle discriminazioni e delle violenze perpetrate da gruppi di estremisti islamici nei confronti della popolazione cristiana. Un fenomeno a cui le autorità politiche indonesiane sono chiamate a dare risposte concrete, garantendo protezione, tutela, libertà di culto. (PA) (Agenzia Fides 8/4/2008 righe 32 parole 303)


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