AFRICA/GUINEA BISSAU - In aumento il consumo di cocaina in Africa. In Guinea Bissau il consumo di “crack” determina un’esplosione dei crimini violenti

mercoledì, 5 marzo 2008

(Agenzia Fides)- Una percentuale crescente delle 300 tonnellate di cocaina che sono consumate ogni anno in Europa passa attraverso l’Africa occidentale. Lo afferma il rapporto 2007 dell’Organo Internazionale di controllo degli stupefacenti (OICS), un’organizzazione collegata all’ONU che ha sede a Vienna, in Austria.
Secondo il rapporto la cocaina giunge dal Sud America in Africa occidentale dove viene immagazzinata e successivamente rimpacchettata in piccole quantità per essere inviata sui mercati europei attraverso corrieri che si recano in Europa in aereo. Il documento riporta che nei primi 8 mesi del 2007 quantitativi importanti di cocaina sono stati sequestrati in Benin, Capo Verde, Guinea Bissau, Mauritania e Senegal. Gli aeroporti dai quali si imbarcano i corrieri sono quelli di Dakar (Senegal), Conakry (Guinea), Freetown (Sierra Leone), Banjul (Gambia), Accra (Ghana) e Lagos (Nigeria). L’Africa inoltre è usata dai narcotrafficanti per procurarsi i precursori chimici, sostanze necessarie per raffinare le droghe di origine naturale o per fabbricare stupefacenti sintetici.
L’aumento dei quantitativi di cocaina che giungono in Africa ha creato un mercato locale che diventa sempre più importante agli occhi delle organizzazioni criminali transnazionali. Un mercato importante è quello dell’Africa meridionale (in particolare il Sudafrica) che è rifornito di cocaina sia direttamente dai Paesi latino americani sia attraverso l’Africa occidentale, che a sua volta registra un aumento dei casi di tossicodipendenza.
La Guinea Bissau è uno dei Paesi dell’area che ha visto un aumento del numero dei tossicodipendenti negli ultimi tre anni. La sostanza più usata è un derivato della cocaina, il cosiddetto “crack” che è chiamato localmente “Pedra”. Si tratta di una miscela di cocaina e bicarbonato di sodio che è più economica della polvere di cocaina ma è molto più forte e dà maggiore dipendenza. Le persone che assumono questa sostanza diventano spesso aggressive al punto che l’esplosione della violenza criminale nel Paese è imputata in gran parte alla diffusione del “Pedra”.
Oltre ai trafficanti di cocaina anche quelli di eroina utilizzano il continente africano come luogo di transito. L’eroina proveniente dall’Asia sud occidentale arriva per via aerea in Africa orientale e occidentale. Da qui viene poi spedita attraverso i corrieri in Europa e nell’America settentrionale. I Paesi utilizzati dai trafficanti di eroina sono Etiopia, Kenya e Tanzania in Africa orientale; Costa d’Avorio, Ghana e Nigeria in quella occidentale e Sudafrica nell’Africa meridionale. Sebbene il numero di africani che abusano di eroina rimanga basso ed è limitato ai Paesi di transito, si è notato un loro aumento in Mozambico, Sudafrica, Kenya, Mauritius, Tanzania, Costa d’Avorio, Senegal e Marocco. I tossicodipendenti africani abitualmente assumono l’eroina fumandola ma nelle aree urbane di Paesi come Kenya e Tanzania si è diffusa l’assunzione per via endovenosa, facendo aumentare il rischio dell’epidemia di AIDS. (L.M.) (Agenzia Fides 5/3/2008 righe 34 parole 449)


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