AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi preoccupati per la crisi politica: “una minaccia seria ai fondamenti della democrazia e della vita istituzionale del Paese”

venerdì, 29 febbraio 2008

La Paz (Agenzia Fides) - “Gli ultimi fatti di inaudita violenza, ad opera di alcuni settori, contro il Parlamento Nazionale, esprimono bene la gravità del momento. Crediamo che rappresentino una minaccia seria ai fondamenti della democrazia e della vita istituzionale del Paese”. È quanto affermano i Vescovi della Bolivia in seguito alla crisi politica che sta interessando il Paese. Nella giornata di ieri, 28 febbraio, il partito del Presidente Evo Morales ha approvato l’indizione di due referendum, il 4 maggio, per ottenere la convalida al suo progetto costituzionale. La seduta del Congresso si è svolta tra le accese proteste dell’opposizione e ha registrato l’assenza di numerosi deputati che non sono riusciti a partecipare alla seduta. I parlamentari del Movimento governativo Al Socialismo (MAS) hanno votato in pochi minuti, per alzata di mano e senza dibattito. Altri parlamentari non sono riusciti ad entrare nei locali perché alle porte del Congresso c’era un presidio di un centinaio di contadini, indigeni e minatori che ha anche aggredito i membri dell’opposizione.
Uno dei referendum permetterà di stabilire se l’estensione dei latifondi espropriabili sarà di 5.000 o 10.000 ettari, un tema che non è stato definito nell’Assemblea Costituente dello scorso anno. L'altro referendum riguarderà la proposta della Carta costituzionale che, secondo l’opposizione, rappresenta la visione soltanto di metà della popolazione ed è stata respinta dai leader politici di sei dei nove dipartimenti del Paese, poiché considerano illegale la sua approvazione avvenuta durante l’Assemblea Costituente dello scorso mese di dicembre. Il Congresso ha inoltre approvato una terza norma che gli concede potestà esclusiva per quanto concerne la convocazione dei referendum dipartimentali; con questo provvedimento si cerca di impedire la consultazione autonoma della regione di Santa Cruz, fissata dalle sue autorità per il 4 maggio, e quella di Beni, fissata per l’1 giugno.
Nel loro comunicato i Vescovi respingono con forza gli oltraggi all’integrità fisica: “Il disprezzo del valore della vita e l’esercizio irresponsabile della pressione, occupando ed accerchiando indebitamente il palazzo legislativo, istituzione rappresentativa del Paese e luogo fondamentale per la vita democratica, devono farci interrogare sul destino e sul futuro del nostro Paese”. Rivolgono pertanto un appello ai responsabili della nazione e ai leader politici “a preservare il valore della vita, le libertà personali e la cultura democratica”, lasciando da parte “la strumentalizzazione dei gruppi sociali volta ad imporre con la forza visioni e progetti politici settoriali”. Allo stesso tempo chiedono a tutti “di optare responsabilmente per la via del dialogo, il rispetto della vita, dei diritti e delle libertà personali”.
“Invitiamo il nostro popolo credente a rianimare la sua fede e a pregare fervidamente affinché la serenità e la coscienza responsabile vengano messe al servizio del bene comune favorendo il rispetto e la tolleranza tra tutti i boliviani” conclude il comunicato. (RG) (Agenzia Fides 29/2/2008; righe 34, parole 458)


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