AFRICA/CIAD - Nuovi arrivi di rifugiati del Darfur in Ciad; la Chiesa cattolica impegnata nelle operazioni umanitarie

mercoledì, 13 febbraio 2008

N’Djamena (Agenzia Fides)- Cresce la preoccupazione in Ciad per le tensioni lungo il confine con il Sudan e l’arrivo di nuovi rifugiati dal Darfur, mentre i ribelli che avevano tentato di rovesciare il Presidente ciadiano Idriss Deby sono rientrati nelle loro basi nell’est del Paese. Il Ciad accusa Khartoum di appoggiare i ribelli: l’offensiva contro la capitale ciadiana N’Djamena ha così aggravato la tensione esistente tra i due Paesi. Il Sudan, che afferma che il Ciad fornisce aiuto alla guerriglia del Darfur, ha intensificato i bombardamenti nella regione di confine con il Ciad, uccidendo 150 persone e provocando l’esodo di circa 12mila nuovi profughi che ora premono per entrare in Ciad.
Il Presidente Idris ha affermato che il Sudan usa i circa 240mila rifugiati sudanesi in Ciad come un mezzo per fare pressione sul governo di N’Djamena e ha minacciato di espellerli se la comunità internazionale non interviene per ricondurli in Sudan. Nell’est del Ciad oltre ai rifugiati sudanesi vi sono 180mila sfollati interni ciadiani, causati dall’azione dei ribelli locali.
Una fonte della Chiesa locale, contattata dall’Agenzia Fides riferisce che “Nella regione di Mongo vi sono 12 campi di accoglienza per i rifugiati del Darfur. Il Nunzio Apostolico in Ciad ne ha visitato uno per rendersi conto della situazione. Vi è un buon livello di assistenza garantito da diverse organizzazioni internazionali e da un gruppo ad hoc costituito con il fattivo contributo della Chiesa cattolica locale. Questa organizzazione opera in 4 campi ognuno dei quali accoglie circa 20mila persona. Nei 12 campi nell’area di Mongo vi sono in Ciad oltre 200mila rifugiati sudanesi: quindi la Chiesa locale contribuisce ad assistere quasi la metà di queste persone. Anche il Santo Padre è vicino materialmente, oltre che spiritualmente, alle sofferenze di queste persone, partecipando allo sforzo umanitario attraverso “Cor Unum”.
L’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso la propria preoccupazione per l'improvviso emergere di episodi di banditismo nei campi rifugiati che hanno provocato la morte di alcuni poliziotti di guardia. Per proteggere i campi umanitari è in corso di dispiegamento nell’est del Ciad e nella vicina Repubblica Centrafricana, una forza di sicurezza europea (EUROFOR). Il primo contingente di soldati svedesi è arrivato nel Paese africano per preparare l’arrivo del resto della forza, che sarà costituita da 3.700 militari, la maggior parte dei quali forniti dalla Francia, che da più di 20 anni ha nel Paese un importante dispositivo militare (la forza “Epervier”).
Il dispiegamento di EUROFOR era stato ritardato dall’attacco dei ribelli contro N’Djamena, ma ora, secondo una fonte di Fides, “i ribelli temono l’intervento della Francia, che ha accolto l’invito del Consiglio di Sicurezza a garantire la sicurezza e la stabilità del Ciad, e non sembrano intenzionati a mettersi contro la forza di pace europea”.
“La crisi ciadiana è legata a quella che vive il Darfur sudanese e il Centrafrica. Vi sono interessi internazionali legati al petrolio del Darfur ma anche del Ciad e del nord della Repubblica Centrafricana” conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 13/2/2008 righe 34 parole 491)


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