AFRICA/CIAD - Interrogativi sulla dimensione internazionale della crisi mentre cresce la preoccupazione per gli oltre 500mila sfollati dell’area

venerdì, 8 febbraio 2008

N’Djamena (Agenzia Fides)-Aumenta la preoccupazione per la sorte dei 300mila rifugiati sudanesi in Ciad e dei 30mila sfollati in Camerun (vedi Fides), mentre la situazione politica del Paese non si è ancora stabilizzata.
L’offensiva ribelle dei giorni scorsi ha rallentato le operazioni umanitarie ed ha impedito il dispiegamento dei primi militari dell’EUROFOR, la forza militare dell’Unione Europea, incaricata di proteggere i campi dove sono accolti i rifugiati del Darfur sudanese in Ciad e nella Repubblica Centrafricana. Nell’est del Ciad sono oltre 500mila le persone che necessitano di un aiuto umanitario urgente, secondo l’Ufficio per le Emergenze umanitarie delle Nazioni Unite. Di questi 240mila sono rifugiati sudanesi accolti in 12 campi dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati e 180mila sono sfollati interni ciadiani. L’area del confine infatti è da tempo instabile per la presenza di un insieme di gruppi di ribelli, che nella scorsa settimana hanno tentato di impadronirsi della capitale, N’Djamena.
Il Presidente ciadiano Idris Deby ha chiesto l’immediato dispiegamento della forza europea per proteggere i rifugiati. “Lancio un solenne appello all'Unione europea e a chi è stato promotore di questa idea, la Francia, affinché questa forza sia dispiegata al più presto per alleviare il fardello che stiamo sostenendo” ha affermato il Capo dello Stato ciadiano.
La creazione dell’ EUROFOR è stato fortemente voluta da Parigi, che ha dovuto superare forti resistenze da parte degli altri Paesi europei, che temevano di essere coinvolti in un’operazione di sostegno al regime ciadiano. Per questo motivo la Francia ha adottato ufficialmente una posizione di sostegno politico ma non apertamente militare durante l’ultima crisi ed ha sollecitato una dichiarazione non vincolante del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con la quale si chiede di appoggiare il governo del Ciad. In base a questa dichiarazione la Francia ha affermato che ora è pronta a intervenire direttamente se i ribelli dovessero tornare a minacciare la sicurezza della capitale ciadiana.
Il governo di Parigi ha smentito fermamente un articolo apparso sul quotidiano francese “La Croix” nel quale si afferma che truppe speciali francesi avrebbero partecipato ai combattimenti. I responsabili militari francesi in Ciad continuano a sostenere di aver solo evacuato i cittadini stranieri attraverso l’aeroporto di N’Djamena, e di essersi limitati a fornire aiuto logistico e di intelligence all’esercito ciadiano. Secondo fonti giornalistiche la raccolta informativa è stata effettuata attraverso satelliti spia e gli aerei da ricognizione dispiegati nell’area. Ma anche le forze speciali hanno tra i loro compiti la raccolta di informazioni d’intelligence….
È interessante notare come nel suo articolo “La Croix” affermi che la Libia avrebbe fornito le munizioni dei carri T55 in dotazione all’esercito ciadiano. Nei giorni scorsi il Presidente Deby ha dichiarato che le relazioni tra Ciad e Libia sono “eccellenti”, smentendo il suo Primo Ministro che in precedenza aveva accusato la Libia di aver appoggiato, insieme al Sudan, i ribelli. (L.M.) (Agenzia Fides 8/2/2008 righe 35 parole 470)


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