AMERICA/COLOMBIA - Mobilitazione contro la pratica del sequestro e per la liberazione di tutti gli ostaggi; la Chiesa invita a partecipare soprattutto con la preghiera

lunedì, 4 febbraio 2008

Bogotà (Agenzia Fides) - Alle 12 di oggi, 4 febbraio, in Colombia è prevista una grande mobilitazione contro la pratica del sequestro e per la liberazione di tutti gli ostaggi. La Conferenza Episcopale Colombiana, che è riunita in Assemblea Plenaria, ha invitato i colombiani ad unirsi a questa mobilitazione nazionale per esprimere pacificamente il rifiuto totale della pratica del sequestro ed il desiderio di pace e riconciliazione. (vedi Fides 29/1/2008). Come ha spiegato Mons. Fabián Marulanda López, Segretario Generale della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), le marce e le mobilitazioni previste per il 4 febbraio devono avere come obiettivo esclusivo “il rifiuto della pratica del sequestro e la richiesta della liberazione delle persone sequestrate”. Ha inoltre precisato che da parte della Chiesa “non vi è alcun interesse politico”.
Mons. Nel Beltran Santamaria, Vescovo di Sincelejo (Colombia), ha inviato un Messaggio a tutti i fedeli invitandoli a partecipare a questa mobilitazione per esprimere “l’opposizione ad ogni tipo di sequestro perché la libertà è essenziale ed appartiene alla dignità di tutti i figli di Dio”. In particolare, ha chiesto ai fedeli di riunirsi nelle proprie parrocchie “per una giornata di preghiera e di celebrazione della vita, per una giornata di impegno e di speranza”. “Chiediamo la liberazione di tutti gli ostaggi - affermano i Vescovi -. Siamo favorevoli all’accordo umanitario. Ci appelliamo dunque alle FARC affinché favoriscano le mediazioni che sta compiendo la Chiesa. Chiediamo la fine del conflitto attraverso la negoziazione politica”. Soprattutto, i Vescovi chiedono di “pregare molto, sia questo lunedì che durante le Celebrazioni Eucaristiche domenicali”
Anche il Santo Padre Benedetto XVI, durante la preghiera dell’Angelus di domenica 3 febbraio, ha ricordato i tanti “figli e figlie di quell’amato Paese che soffrono l'estorsione, il sequestro e la perdita violenta dei propri cari” e ha chiesto che “si ponga definitivamente termine a questa sofferenza disumana e si intraprendano cammini di riconciliazione, mutuo rispetto e concordia sincera, restaurando così la fraternità e la solidarietà, che sono le basi solide su cui costruire un progresso giusto ed una pace stabile”.
La settimana scorsa, gli ambasciatori di Spagna, Francia e Svizzera in Colombia si sono riuniti con un gruppo di Vescovi nel corso dell’Assemblea Ordinaria della Conferenza Episcopale Colombiana al fine di studiare i percorsi per giungere alla liberazione degli ostaggi in mano alle FARC. La Conferenza Episcopale Colombiana ha proposto la creazione di una zona di incontro di 150 chilometri quadrati, già accettata in dicembre dal presidente colombiano Álvaro Uribe, per negoziare sul destino degli ostaggi in mano alla guerriglia. Fino ad ora, la posizione delle FARC è stata quella di liberare 43 ostaggi in cambio di 500 terroristi incarcerati, ora esigono la smilitarizzazione di un territorio di 800 chilometri quadrati vicino a Cali, la terza città colombiana. (RG) (Agenzia Fides 4/2/2008; righe 33, parole 461)


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