AFRICA/CIAD - “Situazione relativamente calma a N’Djamena. I ribelli sembrano sconfitti” dicono fonti di Fides

lunedì, 4 febbraio 2008

N’Djamena (Agenzia Fides)- “Il Presidente Deby ha voluto combattere sul suo terreno, così ha permesso che i ribelli arrivassero fino alla capitale” dicono all’Agenzia Fides fonti informate sulla situazione di N’Djamena, capitale del Ciad, dove migliaia di abitanti sono in fuga dopo due giorni di combattimenti tra l’esercito e un gruppo di ribelli (vedi Fides 2/2/2008).
Dopo intensi combattimenti avvenuti tra sabato 2 e domenica 3 febbraio i ribelli si sono ritirati da N’Djamena, ufficialmente per permettere alla popolazione di mettersi in salvo. I guerriglieri dopo essere entrati nella città avevano assediato per ore il palazzo presidenziale dove si era asserragliato il Presidente Deby. Negli scontri era rimasto ucciso il Capo di Stato Maggiore dell’esercito ciadiano, che ha fatto ricorso a carri armati ed elicotteri da combattimento per contrastare le truppe ribelli.
Al momento la situazione appare incerta. A N’Djamena è tornata una calma precaria, ma la popolazione ha preferito attraversare il fiume Chari per rifugiarsi nel confinante Camerun. Il Ministro delle Miniere ciadiano ha affermato che i ribelli sono stati sconfitti.
“Il Presidente Deby non sembra affatto sconfitto- affermano le nostre fonti. “Anzi i dubbi sollevati sul fatto che la colonna di 300 pick up ribelli sia riuscita ad arrivare fino a N’Djamena dal confine sudanese, quasi indisturbata, sembrano dissolversi: sembra infatti che si trattato di una precisa strategia del Presidente. Fare avanzare gli avversari, allungando le loro linee di rifornimento, per farli combattere su un terreno confacente al Capo dello Stato. Ovvero la stessa città di N’Djamena che però ne ha pagato le conseguenze in termini di civili uccisi e di distruzioni militari”. Così mentre i ribelli sono a corto di munizioni, di carburante e di cibo, i militari ciadiani possono attingere alle riserve accumulate nello loro basi, e non da è escludere che ricevano rifornimenti dalla base francese del dispositivo “Sparviero”. Secondo gli accordi militari tra Francia e Ciad, infatti, Parigi ha assunto l’impegno di fornire supporto informativo e logistico all’esercito ciadiano, ma non ha l’obbligo di intervenire in caso di crisi interna. In passato comunque i militari francesi forti di 1600 uomini in Ciad, sono intervenuti a più riprese nelle crisi interne del Paese. “Questa volta, pur appoggiando politicamente Deby, la Francia ha preferito rimanere neutrale, almeno ufficialmente, limitandosi ad evacuare i propri cittadini e quelli di altre nazionalità. Probabilmente la complessa situazione dell’area ha consigliato Parigi ad adottare questo atteggiamento” commentano le fonti di Fides.
I diversi osservatori internazionali sono concordi sul fatto che i ribelli siano stati appoggiati dal Sudan, che non vede di buon occhio l’imminente dispiegamento di una forza dell’Unione Europea per proteggere i rifugiati del Darfur che si trovano nell’est del Ciad e della Repubblica Centrafricana. L’Unione Europea ha affermato che l’arrivo del primo contingente di militari europei è solo rimandato ma non è stato cancellato. (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2008 righe 32 parole 452)


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