AFRICA/SUDAN - “Il Darfur è a un bivio” afferma il Segretario Generale dell’ONU

giovedì, 8 novembre 2007

Khartoum (Agenzia Fides)- La situazione del Darfur è ad un bivio cruciale per ritrovare la pace. Lo afferma un rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, pubblicato ieri, 7 novembre, a New York. Secondo il Segretario Generale delle Nazioni Unite i recenti colloqui in Libia tra i rappresentanti del governo sudanese e di alcuni gruppi ribelli attivi nel Darfur (vedi Fides 24/10/2007) rappresentano un’opportunità che deve essere colta da tutte le parti. Nel rapporto si sottolinea però che esistono ancora diversi ostacoli al dispiegamento nella regione sudanese della forza di pace congiunta Unione Africana/ONU che entro la fine dell’anno dovrà sostituire il contingente inviato dall’Unione Africana.
Ban Ki-moon afferma che le incerte condizioni di sicurezza sono un impedimento alle attività delle organizzazioni umanitarie nell’area. Il Segretario Generale dell’ONU riconosce inoltre la difficoltà a trovare Paesi disposti a inviare 24 elicotteri da trasporto e combattimenti per appoggiare i 26mila militari della nuova forza di pace, chiamati ad operare in un’area molto vasta (circa 500mila km2). “Senza gli elicotteri, la missione non sarà in grado di mettere in pratica il suo mandato” afferma il rapporto.
La risoluzione dell’ONU che ha stabilito la forza di pace mista per il Darfur prevede che la maggior parte delle truppe saranno fornite da Paesi africani. Si tratta di una concessione alle obiezioni di Khartoum che non vuole militari occidentali sul suo territorio. Il Sudafrica si è detto disposto a inviare elicotteri e mezzi di trasporto terrestre in aiuto alla missione di pace. Lo ha annunciato il Presidente sudafricano, Thabo Mbeki, nel corso di un incontro con il suo omologo sudanese, Omar Hassan el-Bashir, che si trova in visita in Sudafrica.
I due Capi di Stato hanno rivolto un appello ai gruppi dissidenti del Darfur che non hanno partecipato alla riunione in Libia di unirsi al tavolo negoziale. Il Sudafrica, che ha già in Darfur un contingente di 700 uomini nell’ambito della forza di pace dell’Unione Africana, ha deciso di assumere un ruolo importante in campo logistico nella nuova missione congiunta. L’esercito sudafricano infatti è uno dei pochi del continente a possedere i mezzi necessari.
Il Presidente sudafricano ha espresso il suo compiacimento per la decisione dei leader del nord e del sud Sudan di adottare un programma di tre mesi per risolvere le dispute che hanno messo in crisi l’accordo di pace del 2005. I rappresentanti del Sudan meridionale si sono ritirati dal governo di unione nazionale per protestare contro i ritardi della realizzazione di alcuni importanti punti delle intese di pace (vedi Fides 12 e 18 ottobre 2007).
Il Presidente dell’amministrazione autonoma del Sudan, Salva Kiir Mayardit, in visita a Washington, ha dichiarato che i membri sudisti del governo di coalizione continueranno a disertare le loro funzioni finché non saranno soddisfatte le richieste presentate al Presidente Bashir. Il Presidente Kiir, pur riconoscendo l’importanza dei colloqui in corso tra nord e sud, ribadisce che il trattato di pace del gennaio 2005 deve essere applicato nella sua interezza. Il Presidente del sud Sudan ha sottolineato in particolare la questione della regione di Abyei, ricca di petrolio e contesa tra nord e sud. Kiir ricorda che ad Abyei le truppe del nord non si sono ancora ritirate, come invece previsto dagli accordi. Allo stesso tempo l’area è priva di un’amministrazione civile, perché né il nord né il sud vi hanno investito nell’attesa di conoscere a chi sarà assegnata. Le popolazioni civili sono assistite dalla Chiesa che svolge un importante ruolo di supplenza, oltre alla propria missione pastorale, sottolineano all’Agenzia Fides i missionari che operano sul posto. (L.M.) (Agenzia Fides 8/11/2007 righe 41 parole 585)


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