ASIA/INDIA - Le Chiese cristiane del Mizoram, in India Orientale, impegnate in prima linea per la pace e la riconciliazione

mercoledì, 24 ottobre 2007

Aizawl (Agenzia Fides) - Rinnovare gli sforzi per la pace e la riconciliazione sociale e aumentare l’impegno concreto: è quanto hanno ribadito le Chiese cristiane nello stato indiano del Mizoram, nella parte estrema dell’India Orientale, travagliato da conflitti tensioni sociali che affliggono la popolazione civile, creando sacche di miseria generalizzata.
La Chiesa cattolica e i rappresentanti delle Chiese protestanti presenti in India Orientale hanno lanciato negli anni scorsi un “Joint Peace Team” (JPT), organismo che si occupa di operare per la pace a livello culturale e di sensibilizzazione; a livello operativo, con la mediazione fra gruppi in conflitto; a livello politico, sollecitando interventi legislativi che possano contribuire a porre fine ai conflitti.
In un recente incontro tenutosi presso la sede vescovile di Aizawl, capitale del Mizoram, i partecipanti al JPT (Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici impegnati nel sociale) hanno indicato le ragioni profonde che sono alla base dei conflitti: miseria economica, mancanza di buon governo, corruzione, disoccupazione, mancanza di infrastrutture, divisioni e squilibri fra aree urbane e aree rurali, differenze etniche e culturali fra gruppi diversi.
Il JPT è presieduto dal Mons. Thomas Menamparampil, Arcivescovo di Guwahati (nello stato di Assam) e ha al suo attivo interventi efficaci per sedare conflitti e tensioni in altre aree dell’India Orientale. Per la sua meritoria opera nella risoluzione dei conflitti, Mons. Menamparampil ha ricevuto diversi riconoscimenti. A Guwahati ha fatto costruire un “Centro per la Pace” dove si studiano teoria e pratica della riconciliazione, della nonviolenza e della pace.
Il Nordest dell’India, composto da sette stati, ha nel complesso una popolazione di 44 milioni di persone, frammentate in 200 gruppi etnici. Spesso la richiesta di auto-determinazione di alcuni gruppi è fattore di conflitto. La situazione è instabile, con disordini diffusi per diverse ragioni: rivendicazioni di movimenti ribelli contro lo stato centrale; conflitti fra gruppi etnici, dispersi sulle colline, in aree isolate o circondate dalla giungla. Il governo ha inviato nella zona contingenti militari per sedare i disordini, ma gli incidenti sono aumentati, costringendo migliaia di famiglie allo sfollamento. Le popolazioni tribali dell’India nordorientale vivono isolate, in aree difficilmente raggiungibili, spesso carenti di istruzione e servizi sanitari.
(PA) (Agenzia Fides 24/10/2007 righe 27 parole 271)


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