AFRICA/SUDAN - Incertezza sui negoziati per il Darfur dopo che sei gruppi ribelli hanno annunciato di non volervi partecipare

mercoledì, 24 ottobre 2007

Khartoum (Agenzia Fides)- Situazione incerta in Sudan alla vigilia dei colloqui tra il governo di Khartoum e i ribelli del Darfur, che si terranno il 27 ottobre in Libia, sotto l’egida delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana. Sei gruppi di ribelli hanno annunciato che non parteciperanno all’incontro perché, a loro dire, il governo sudanese non ha la necessaria legittimità da quando il Movimento/Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (M/SPLA) ha sospeso la partecipazione al governo di unità nazionale (vedi Fides 12/10/2007). Il M/SPLA, il principale movimento della ribellione del sud Sudan, nel 2005 ha raggiunto un accordo con il governo di Khartoum per mettere fine alla guerra nelle regioni meridionali del Paese.
A Juba, capoluogo del Sudan meridionale, l’ONU e l’Unione Africana hanno riunito i ribelli del Darfur nel tentativo di definire una posizione unitaria in vista dei colloqui in Libia. I colloqui preliminari erano stati avviati da Salva Kiir, capo del M/SPLA. I sei gruppi che boicotteranno i colloqui sono fazioni del Sudan Liberation Movement/Army sotto il comando di Ahmed Abdel Shafi, Ibrahim Ahmed Ibrahim, Jar al-Nabi Abdel Karim e Mohammed Aki Kelai, oltre alla fazione Comando settentrionale e a un altro gruppo ribelle del Darfur. Un portavoce delle sei fazioni dissidenti ha inoltre accusato il governo sudanese di parlare di pace mentre le sue truppe continuano ad attaccare i villaggi nella regione.
La defezione dei sei gruppi ribelli dal negoziato di pace per il Darfur non è un segnale incoraggiante per l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Sudan, il pakistano Ashraf Qazi, che è giunto, ieri, 23 ottobre, a Khartoum, dove è presente anche il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Alpha Oumar Konaré. I due alti rappresentati dell’ONU e dell’Unione Africana cercano di riavviare i contatti tra il governo di Khartoum e i rappresentati del sud Sudan per mettere fine alla crisi più grave dall’accordo di pace del 2005, che ha messo fine alla pluridecennale guerra del sud Sudan.
Gli esperti in questioni sudanesi temono inoltre l’estensione dell’instabilità del Darfur alla vicina provincia del Kordofan, dove secondo fonti governative sudanesi, nella scorsa settimana negli scontri tribali scoppiati tra le tribù Majanin e Dar Hamed nel nord Kordofan, avrebbero provocato più di 50 morti e decine di feriti. I combattimenti sarebbero stati causati dall'uccisione di un membro di una delle due tribù in una disputa per il possesso della terra. Anche se le autorità sudanesi affermano che questi scontri non hanno alcun legame con la crisi del Darfur, sono comunque un segnale delle tensioni esistenti nel Paese. Tensioni alimentate da questioni irrisolte come quella dell’area di Abyei, contesa tra il nord e il sud Sudan. L’assegnazione di questa e di altre regioni, ricche di petrolio, al nord o al sud, è uno dei motivi principali del ritiro dei rappresentanti sudisti dal governo di Khartoum. (L.M.) (Agenzia Fides 24/10/2007 righe 34 parole 472)


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