AMERICA/URUGUAY - I cattolici uruguaiani si mobilitano contro l'approvazione del “Disegno di legge in difesa del diritto alla salute sessuale e riproduttiva” che include l'aborto

giovedì, 18 ottobre 2007

Montevideo (Agenzia Fides) - I cattolici dell'Uruguay si sono mobilitati rapidamente davanti al tentativo di legalizzare l'aborto nel paese. Con 4 giorni di anticipo, il Parlamento Uruguaiano aveva infatti annunciato che martedì 16 ottobre 2007, l’assemblea plenaria del Senato avrebbe votato la legalizzazione dell'aborto. Il nuovo progetto, intitolato "Disegno di legge in difesa del diritto alla salute sessuale e riproduttiva" ha 21 articoli distribuiti in cinque capitoli. Gli ultimi quattro capitoli, che comprendono gli articoli dal n. 9 fino al 21, trattano della legalizzazione dell'aborto. L'articolo 9 legalizza l'aborto durante i primi 3 mesi di gravidanza e l'articolo 12 dilata senza limiti questo termine quando la gravidanza implichi un grave rischio per la vita e per la salute della donna. Nell'esposizione dei motivi tuttavia, gli autori del progetto definiscono la parola "salute" come "lo stato generale di benessere fisico, mentale e sociale, e non solamente come assenza di malattie o indisposizioni": ciò significa che la giurisprudenza potrebbe estendere oltre il terzo mese di gravidanza la pratica dell'aborto. L'articolo 14 afferma che se i genitori si rifiutano di autorizzare la pratica dell'aborto a “una giovane o una bambina”, questa potrà rivolgersi al Giudice di Famiglia per ottenere il permesso, benché questo significhi abortire contro la volontà dei propri genitori.
Davanti a questa situazione è stata lanciata una “Campagna per il diritto a nascere in Uruguay” nella quale si chiede di inviare una lettera ai senatori facendo rilevare le conseguenze dell’approvazione di questa legge.
L'Istituto Arcidiocesano di Bioetica "Giovanni Paolo II" ha inviato una lettera ai senatori esponendo "le ragioni per le quali riteniamo altamente sconveniente l'approvazione di questo disegno di legge che costerebbe la vita di bambini uruguaiani innocenti, e danneggerebbe il benessere della famiglia e della intera società uruguaiana". I firmatari della lettera mostrano inoltre la loro preoccupazione per la possibilità che "i diritti della patria potestà siano in pratica aboliti, in caso di approvazione di questo progetto” in quanto i minorenni si ritroverebbero a ricorrere al giudizio e alle decisioni di persone estranee in una materia tanto grave come è la sessualità, senza possibilità di intervento dei genitori. Affermano inoltre che la solidarietà verso la donna non deve manifestarsi nel fare pressione affinché abortisca bensì nel sostenerla affinché possa avere il figlio.
All’inizio della votazione del 16 ottobre i legislatori hanno approvato "in generale" il disegno di legge sulla salute sessuale e riproduttiva, ma hanno escluso il testo del capitolo riferito all'interruzione della gravidanza. I legislatori hanno votato 15 a favore e 15 contro, quindi non si è raggiunto il quorum richiesto per includere questo capitolo nella Legge. Il progetto di legge passerà ai Deputati. Se i Deputati approveranno questo capitolo - che concede alle donne la potestà di interrompere la gravidanza prima delle 12 settimane di gestazione solo in base alla loro volontà -, il testo tornerà ai senatori per un’altra votazione. (RG) (Agenzia Fides 18/10/2007; righe 33, parole 480)


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