AMERICA/COLOMBIA - “Questa legge mette alcuni esseri umani in una situazione di vulnerabilità e di mancanza di protezione da parte del Governo, che ha l'obbligo di rispettare la vita”: nuovo pronunciamento dei Vescovi sul Disegno di legge per legalizzare l'eutanasia

giovedì, 4 ottobre 2007

Bogotà (Agenzia Fides) - Il Presidente della Conferenza Episcopale Colombiana ed Arcivescovo di Tunja, Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, ha pubblicato un comunicato in relazione al Disegno di Legge che è in discussione per la legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito. Questo Progetto è stato presentato al Congresso della Repubblica nel marzo scorso, e già allora la Conferenza Episcopale Colombiana con un documento ribadì la sua posizione di difesa della vita e di rifiuto dell'eutanasia, chiedendo ai legislatori la dovuta protezione dei pazienti mediante leggi che promuovano le cure palliative (vedi Fides 30/3/2007).
Attraverso questo comunicato emesso il 3 ottobre, la Conferenza Episcopale è tornata a pronunciarsi ricordando che "il senso della dignità umana implica la ricerca e lo sviluppo delle condizioni fisiche, psicologiche, spirituali e morali proprie della persona umana". Ma questa dignità, affermano i Vescovi, non diminuisce con il dolore e con la sofferenza, perché questi "non sono ostacoli per la vita dell'essere umano", al contrario, costituiscono una grande opportunità di "riconoscere la fragilità umana e la naturale sfida a superarla. La dignità di un essere umano non entra in conflitto con la propria natura, in modo che invecchiare, soffrire e morire non sono elementi che degradino la dignità di un essere umano". In questa stessa linea secondo i Vescovi, "il vero senso della morte degna sta nella conclusione naturale del processo vitale in condizioni umane di assistenza medica, familiare e spirituale”.
Sebbene il Disegno di Legge "pretenda di offrire la possibilità di 'mettere fine alla vita in una forma degna ed umana', "non esiste, tuttavia, ‘forma degna ed umana possibile’ quando si tenta di mettere fine alla vita di qualunque essere umano". Inoltre per i Vescovi gli argomenti esposti dai Senatori "attentano ai valori propri della nostra cultura che da secoli ha vissuto sempre il dolore e la morte con un sacro rispetto ed un senso trascendente". Pertanto questa legge "mette alcuni esseri umani in situazione di vulnerabilità e di mancanza di protezione da parte del Governo che è nell'obbligo di rispettare la vita come il primo e fondamentale dei diritti dei colombiani". Il comunicato infine lancia un appello ai legislatori "a legiferare per il bene della vita e a non trasformarsi in boia di chi un giorno gli ha accordato il proprio favore mediante il voto popolare", ed a tutti i colombiani perchè respingano energicamente questo progetto e contemporaneamente continuino a lavorare "per dare dignità all'anzianità, al dolore e alla morte". (RG) (Agenzia Fides 4/10/2007; righe 28, parole 408)


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