AFRICA/KENYA - La scoperta di giacimenti di carbone locale pone le basi per il decollo dell’industria cementifera del Kenya

venerdì, 28 settembre 2007

Nairobi (Agenzia Fides)- Il Kenya nutre buone speranze di diventare un produttore di carbone dopo che le prospezioni in due distretti della Provincia Orientale hanno ottenuto risultati incoraggianti.
Il Kenya attualmente importa il carbone dal Sudafrica e la scoperta di giacimenti locali avrebbe un impatto positivo per l’economia locale, non solo nel settore energetico ma soprattutto per la produzione di cemento. I giacimenti di carbone infatti sono vicini a depositi di calcare, che è la materia base per il clinker, a sua volta alla base del cemento. Per ottenere il clinker occorrono grandi quantità di combustile. Quindi si può creare un’industria cementifera locale a partire dai materiali disponibili sul posto.
Due cementifici locali stanno costruendo degli impianti nel bacini di Mui dove sono stati trovati dei consistenti depositi di calcare.
Secondo gli esperti locali, in questo modo il prezzo del cemento locale potrà ridursi di un terzo permettendo di soddisfare la domanda locale e anche quella del confinante sud Sudan, dove, con la fine della guerra civile, è in atto un boom edilizio. Secondo i rappresenti delle aziende locali, gli alti costi del carbone importato rappresentano più della metà del prezzo del cemento prodotto in Kenya.
La crescita della domanda di cemento ha comportato un aumento dei profitti delle industrie cementifere locali. Nell’area vi sono inoltre giacimenti di gesso e pozzolana, due importati additivi usati nella fabbricazione di cemento.
Il governo del Kenya intende indire una gara internazionale per lo sfruttamento dei depositi di carbone, la cui profondità varia da 11 a 136 metri. Alcuni campioni del minerale sono già stati analizzati da esperti keniani e sudafricani che hanno confermato la buona qualità del giacimento.
Il carbone, oltre che per la produzione di cemento, potrà essere utilizzato come fonte di energia, a patto di utilizzare le nuove tecnologie per ridurre l’inquinamento. In questo modo il Kenya potrà alleviare la propria bilancia commerciale e utilizzare la valuta pregiata attualmente impegnata per acquistare carbone e petrolio all’estero per altri scopi. Gli esperti locali sperano così di avviare entro il 2020 la piena industrializzazione del Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 28/9/2007 righe 28 parole 342)


Condividi: