EUROPA - L'Istituto di Politica Familiare lancia l’allarme sull'inverno demografico in Europa provocato da aborto, riduzione dei matrimoni e aumento dei divorzi: presentata la nuova “Relazione sull’Evoluzione della Famiglia in Europa 2007”

giovedì, 27 settembre 2007

Barcellona (Agenzia Fides) - Lola Velarde, Presidente della Rete Europea dell'Istituto di Politica Familiare (IPF), ha presentato ieri a Barcellona (Spagna) la nuova “Relazione sull’Evoluzione della Famiglia in Europa 2007”. Un anno fa l'IPF presentò al Parlamento Europeo la sua prima relazione sulla evoluzione della famiglia in Europa. Da allora due nuovi paesi sono entrati nell'Unione e gli indicatori, come le politiche familiari, hanno subito modificazioni. Perciò è stata presentata questa nuova ed aggiornata relazione che, elaborata da una équipe multidisciplinare di esperti nella materia, espone ed analizza gli indicatori più rilevanti collegati con la famiglia, a partire dai dati provenienti da diversi organismi internazionali.
La relazione mette in guardi circa "l’inverno demografico" in cui si trova l'Europa. Tra l’altro si constata che l'Europa ha avuto una crescita marginale negli ultimi venti anni e inoltre questa è disugualmente distribuita, poiché nei paesi dell'Est c’è una dimunizione in cifre assolute della popolazione. Inoltre nell'Europa dei 15 la crescita è dovuta essenzialmente all'immigrazione, con tassi dell’80 per cento. Con questa proiezione il continente inizierà il suo calo di popolazione nell'anno 2025, inoltre ci troviamo già in una società invecchiata, dove quanti hanno più di 65 anni sono più dei minori di 14 anni.
Una delle cause che determinano sempre di più il calo della natalità del vecchio continente è il dramma dell'aborto: ogni anno si impedisce di nascere a 1.200.000 bambini, cioè ogni cinque gravidanze c’è un’aborto. Inoltre è da considerare la riduzione del numero dei matrimoni, il 22 per cento in venti anni, e dell'età sempre più alta in cui ci si sposa, 29 anni in media. A tutto questo deve essere sommato l'aumento del numero dei divorzi, uno ogni trenta secondi, e quasi i due milioni di bambini che nascono fuori dal matrimonio ogni anno. In questo modo cresce il numero di famiglie dove tuttavia ogni volta i membri sono sempre meno.
Constatando che "i problemi della famiglia in Europa si sono aggravati negli ultimi anni" e che "l’Europa sta perdendo la scommessa per la famiglia", Lola Velarde ha presentato alcune risposte che danno le istituzioni europee, incoraggiate specialmente dall'IPF. Così grazie alla Presidenza della Germania e con l'aiuto del suo Ministro della famiglia, si è risvegliata una certa sensibilità europea, soprattutto da parte del Consiglio Economico e Sociale (CEyS) che incoraggia la centralità della dimensione familiare nelle politiche sociali ed economiche. Tuttavia la Commissione Europea non può contare su un organismo che si incarichi delle politiche familiari, neanche su un Osservatorio né su un Libro Verde della Famiglia. La stessa cosa succede a livello dei diversi stati, dove la sensibilità è anche molto disuguale, da quelli che possiedono un ministero specifico fino a quelli dove i temi familiari occupano un terzo livello. Come risultato di questa analisi, l'Istituto di Politica Familiare, IPF, propone un insieme di misure di ordine sociale, economico, culturale che considera imprescindibili affinché nelle politiche europee si impianti gradualmente una vera "prospettiva di famiglia". (RG) (Agenzia Fides 27/9/2007; righe 35, parole 494)


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