AMERICA/NICARAGUA - Campagna internazionale a favore della comunità di Krukira, gravemente danneggiata dall’uragano Felix

venerdì, 14 settembre 2007

Managua (Agenzia Fides) - Migliaia di indios miskita della comunità di Krukira, una delle località del Nicaragua nei Caraibi del nord maggiormente colpita dall’uragano Félix, sono in lotta per le ultime riserve di cibo, e affrontano sete e fame con cocchi e arance caduti nel diluvio. Tra le altre comunità colpite: le limitrofe Tuapi, Pahara e Betania.
Secondo le cifre ufficiali, Krukira prima dell’uragano aveva circa 2.700 abitanti, prevalentemente di etnia miskita, e circa 270 case; disponeva di sei barche per la pesca, una scuola, un centro sanitario, e un unico autobus che è volato in aria schiantandosi per terra. E’ andato tutto distrutto.
Per far fronte a questa emergenza, la Radio locale ‘La Primerísima’ ha lanciato una campagna nazionale e internazionale alla quale si sono aggiunti l’Università Centrale del Nicaragua (UCN) e molte scuole pubbliche e private di Managua, i Comitati Internazionalisti di Saragozza, Spagna, e il Segretariato per la Solidarietà con il Centroamerica (ZAS) della Svizzera. Sono già tanti i vestiti, gli alimenti, le medicine e le offerte in denaro giunti alle sedi della Radio e dell’UCN.
La vita di questa popolazione continua a scorrere in mezzo alla tragedia. La maggior parte è senza acqua, perchè i pozzi sono stati inquinati dagli animali morti, e senza cibo, perchè l’uragano ha distrutto le barche usate per la pesca. La presenza dell’UNICEF a Krukira ha permesso ai bambini di svolgere attività educative e psicosociali mirate a far superare più in fretta il trauma del disastro.
Krukira, fondato nel 1845, è un municipio che dipende molto dal resto del paese. Non produce riso, fagioli, carne, uova, alimenti che arrivano da lontano, con un costo superiore del 40% rispetto al normale. E’ uno dei pochi municipi del paese dove ci sono importanti risorse marine e forestali, ma se continueranno ad essere usate in maniera sbagliata, nei prossimi anni non rimarrà niente.
Attualmente, il problema principale è il trasporto dei soccorsi. Si sta facendo ogni tentativo con il governo e l’Esercito per poter inviare gli aiuti in ogni modo possibile, via terra, mare o aria.
(AP) (14/9/2007 Agenzia Fides; Righe: Parole)


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