AMERICA/NICARAGUA - Davanti al "Muro di Managua", la Santa Sede può contare sulla tradizione della sua diplomazia

giovedì, 21 settembre 2023

di Victor Gaetan

Il Nicaragua è membro del Mercato comune centroamericano (CACM), che comprende Costa Rica, El Salvador, Guatemala e Honduras. La Cina è il secondo partner commerciale globale del CACM, dopo gli Stati Uniti.

Managua (Agenzia Fides) - La Compagnia di Gesù è l'ultimo bersaglio cattolico del Presidente del Nicaragua Daniel Ortega.
Il 15 agosto il regime ha ordinato la confisca dell'Università Centroamericana gestita dai gesuiti, prestigiosa istituzione fondata nel 1960. Ha sequestrato proprietà, edifici e conti bancari dell’Università, accusandola di essere un "centro di terrorismo".
L'Agenzia Fides ha riferito dell'escalation di maltrattamenti governativi nei confronti della Chiesa cattolica, tra cui il trattamento punitivo del Vescovo di Matagalpa Rolando José Álvarez Lagos, condannato a più di 26 anni di carcere per alto tradimento; l'espulsione di 18 Missionarie della Carità; la chiusura di emittenti radiofoniche cattoliche; i sacrilegi commessi contro il Santissimo Sacramento per intimidire i fedeli.
Come ha osservato Papa Francesco in un'intervista al sito web argentino Infobae, in questo regime oppressivo c’è come un ritorno al terrore stalinista del 1917 o alla violenza nazista degli anni '30 - un commento che ha ha infiammato Ortega e la sua vicepresidente/moglie, Rosario María Murillo.
Nell’arco di pochi giorni, l'ultimo diplomatico vaticano rimasto a Managua, monsignor Marcel Diouf, è stato espulso e la nunziatura è stata chiusa. Così, la Santa Sede è rimasta senza una rappresentanza diplomatica in Nicaragua proprio quando la Chiesa locale ha più bisogno di aiuto. Se si tien conto che normalmente i nunzi rimangono in carica durante le guerre - come è avvenuto in Iraq e in Siria - la situazione in Nicaragua è insolita.

Il confronto con lo status della Santa Sede a Cuba dopo la presa del potere da parte di Fidel Castro dimostra quanto il Nicaragua attuale rappresenti un'anomalia, e quanta pressione ci sia sul cardinale arcivescovo Leopoldo Brenes del Nicaragua, l'unico mediatore nel Paese.
La missione primaria del Cardinale Brenes ora deve essere quella di preservare la Chiesa, i suoi sacramenti e la successione apostolica.

Somiglianze e una differenza fondamentale

Come Daniel Ortega, Fidel Castro è stato educato in un prestigioso liceo gesuita. Entrambi sono cresciuti e hanno preso il potere in Paesi a maggioranza cattolica, promettendo vite migliori anche per i fedeli.
Invece, nel consolidare il potere - Castro negli anni '60-'70 e Ortega almeno negli ultimi cinque anni - hanno usato tattiche di repressione simili contro la Chiesa cattolica.
La polizia rastrella gli oppositori, che vengono condannati a lunghe pene detentive o costretti all'esilio. Le folle vengono usate per intimidire e picchiare chiunque osi protestare, creando disordine che diventa un pretesto per un maggiore controllo da parte dello Stato. Gli esponenti in vista della Chiesa vengono definiti "agenti stranieri" e demonizzati per far sì che la gente comune abbia paura persino di andare a Messa.

Anche se la maggior parte delle chiese parrocchiali non viene chiusa, la polizia fa irruzione arbitrariamente nelle chiese e interrompe persino la celebrazione eucaristica.

A Cuba, nei primi dieci anni dopo l'ascesa al potere di Castro, circa 3.500 sacerdoti e suore sono stati imprigionati, uccisi o costretti a lasciare l'isola - la maggior parte di origine straniera, ma anche molti cubani. Seminari, scuole e tutte le altre proprietà cattoliche furono confiscate. Il cardinale Manuel Arteaga y Betancourt, arcivescovo dell'Avana (1941-1963), si rifugiò nell'ambasciata argentina, dove morì.

Tuttavia, Fidel Castro non interruppe mai le relazioni diplomatiche con la Santa Sede, come fecero i Partiti comunisti dell'Europa orientale e della Cina. Mantenne un ambasciatore presso la Santa Sede a Roma. Grazie alla presenza diplomatica del Vaticano a Cuba, la Chiesa ha potuto gradualmente guadagnare spazio. Tre Papi hanno visitato l'isola per incoraggiare i fedeli.

Opzioni in Nicaragua
Di fronte alla repressione in Nicaragua, quale finale si può immaginare? Molti si aspettano più violenza. Un sogno ad occhi aperti è l’intervento salvifico da parte delle istituzioni occidentali attraverso pressioni e sanzioni. Una terza possibilità è il dialogo con il regime di Ortega e la mediazione per salvare la vita e preservare la Chiesa.

Le aspirazioni di coloro che sono oppressi dagli autocrati sono nobili. Le persone (compresi i vescovi e i fedeli religiosi e laici) chiedono semplicemente la libertà (libertà politica, religiosa, di parola, di riunione), la fine della corruzione e la fine delle tasse arbitrarie. Non sono obiettivi per i quali vale la pena lottare? Certo che lo sono. Ma lo Stato controlla interamente le forze militari e di sicurezza.
Le sanzioni occidentali potrebbero influenzare positivamente la situazione? Probabilmente no. Soprattutto perché Daniel Ortega ha compiuto una spettacolare mossa geopolitica: Nel 2021, dopo aver riconosciuto per decenni Taiwan, ha stabilito relazioni diplomatiche con Pechino. Ha seguito la tendenza prevalente in America centrale: Costa Rica, Guatemala, Panama, El Salvador e Honduras avevano già fatto la stessa cosa.
Dopo gli Stati Uniti, il secondo partner commerciale del Mercato Comune Centroamericano è la Cina, il che significa che il Nicaragua ha la possibilità di investire e commerciare senza vincoli. Può resistere a qualsiasi pressione finanziaria e morale dell'Occidente.

Il martirio della pazienza
I diplomatici cattolici partono dal presupposto che un assassino oggi può sperimentare l'amore di Cristo e diventare un credente domani. Questo atteggiamento è proprio della Bibbia, "Ama il tuo nemico", e orienta il modo in cui la Chiesa tratta i leader politici - anche quelli che ci uccidono e mettono in prigione i nostri vescovi.
Per attivare questa possibilità, gli esponenti della Chiesa devono essere impegnati nel dialogo con i leader politici. Questo è ciò che il cardinale Jamie Ortega Alamino, arcivescovo dell'Avana, ha tentato per circa 38 anni. Ed è questo il ruolo del cardinale arcivescovo Brenes, non quello di inimicarsi ulteriormente il regime.
Una strategia vaticana consueta, specialmente sotto un regime autocratico, è quella di mantenere una presenza e resistere all'essere inghiottiti, lavorando silenziosamente per limitare le tattiche più aggressive dello Stato e cercando di custodire i sacramenti e la successione apostolica.

Spesso il Cardinale Ortega è stato in grado di garantire un sollievo ai perseguitati. Ad esempio, ha negoziato un maggiore accesso alle famiglie dei prigionieri politici e ha coordinato gli aiuti umanitari dall'estero, comprese le medicine, distribuite attraverso la rete Caritas di Cuba.

Il cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato sotto Papa Giovanni Paolo II e architetto della diplomazia vaticana con i regimi comunisti, ha definito questo approccio il "martirio della pazienza".

Quattro funzioni

La diplomazia vaticana si articola principalmente intorno a quattro funzioni: Rappresentanza, mediazione, conservazione ed evangelizzazione.
La rappresentanza è la semplice pratica di mandare in tutto il mondo inviati per rappresentare il Papa, avendo esperienza della realtà politica nazionale e della condizione dei vescovi locali in ogni Paese. Questa funzione è stata disabilitata in Nicaragua.
L'arcivescovo di origine polacca Waldemar Sommertag è arrivato a Managua all'inizio del 2018, per rappresentare Papa Francesco come nunzio, e avrebbe dovuto anche aiutare a mediare tra il governo e i capi della Chiesa che si erano posti dalla parte dell'opposizione nelle proteste per gli incendi sospetti nelle regioni indigene, le tasse sulla sicurezza sociale, la soppressione dei media e la brutalità della polizia.

Con il costante aumento del numero di morti, il governo ha accettato un Dialogo Nazionale tenutosi presso il Seminario Nazionale di Nostra Signora di Fatima a Managua nel maggio 2018. L'arcivescovo Leopoldo Brenes è stato al centro dei negoziati, che sono falliti quando le parti non sono riuscite a trovare un accordo sull'agenda.
La violenza si è intensificata nel giro di pochi mesi. Sommertag, Brenes e il vescovo ausiliare di Managua Silvio Baez Ortega, OCD, sono stati tra i religiosi picchiati fisicamente nella città di Diriamba mentre cercavano di proteggere la Basilica di San Sebastiano da una folla istigata dal governo e di proteggere i fedeli che si rifugiavano all'interno.
Le minacce di morte contro Baez sono diventate così intense che la Santa Sede ha chiesto al vescovo carmelitano di venire a Roma nell'aprile 2019. (Baez ora vive e opera come pastore a Miami, in Florida, incoraggiando la sempre più numerosa comunità di esuli nicaraguensi).

Tre anni dopo, il regime di Ortega-Murillo espulse effettivamente Sommertag dandogli una scadenza per lasciare il Paese. Il suo reato? Avrebbe usato il termine "prigionieri politici" per descrivere i cittadini ingiustamente incarcerati per essersi opposti al governo.

L'arcivescovo di Managua rimane solo
Arcivescovo di Managua dal 2004, Papa Francesco ha creato Brenes cardinale dieci anni dopo, soprattutto come riconoscimento per la sua umile dedizione pastorale e la vicinanza ai poveri.
Negli ultimi cinque anni il cardinale Brenes è stato criticato - anche da seminaristi anonimi in una lettera aperta - per la sua timidezza di fronte alla stretta di Ortega sulla Chiesa.
Il Cardinale Brenes è solo: il suo ausiliare più esperto è in esilio; il suo successore naturale (il vescovo di Matagalpa di solito si trasferisce a Managua, come è accaduto allo stesso Brenes) è inghiottito nella prigione di La Modelo, e la nunziatura è chiusa - limitando ad esempio anche la capacità del Vaticano nel negoziare il rilascio di Alvarez.
Il Vescovo Alvarez ha detto che lascerà il Paese solo se il Papa lo richiederà. Papa Giovanni Paolo II fece venir via l'arcivescovo Francisco Ricardo Oves dell'Avana nel 1980, e Papa Paolo VI chiese al cardinale ungherese József Mindszenty di venire a Roma dopo essersi rifugiato nell’Ambasciata USA per 15 anni. Tutti hanno dovuto accettare sacrifici, nelle scelte fatte dalla Santa Sede per far fronte ai regimi comunisti e preservare la Chiesa per l'intera comunità di fedeli.
Nel frattempo, dobbiamo pregare per il cardinale Brenes. Nel tentativo di preservare la Chiesa, l'arcivescovo di Cuba Jamie Ortega ha sempre avuto diplomatici vaticani discreti a cui appoggiarsi, ma Brenes ha poco sostegno locale.
Dietro le quinte, il Papa è sempre al lavoro. Sappiamo che ha attivato il presidente brasiliano Luis Lula da Silva per aiutare a sostenere Alvarez grazie ai rapporti del presidente con Ortega.
Altri tentativi, non possiamo saperlo, ma dobbiamo pregare che abbiano successo.
E comunque vada, lo Spirito Santo è il nostro avvocato. (Agenzia Fides 21/9/2023)


Condividi: