AFRICA/SUDAN - Aperta a Parigi la Conferenza internazionale sulla crisi del Darfur

lunedì, 25 giugno 2007

Parigi (Agenzia Fides)- Si apre oggi, 25 giugno, a Parigi la Conferenza internazionale sulla crisi del Darfur, indetta su iniziativa del Ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner. Al Vertice, che si tiene a livello di Ministri degli Esteri, partecipano i delegati di Stati Uniti, Unione Europea, Unione Africana, Regno Unito, Francia, Norvegia, Paesi Bassi e Canada, che fanno parte del cosiddetto “Gruppo di Contatto” sulla crisi del Darfur, più le delegazioni delle Nazioni Unite, degli altri Paesi del G8 (Italia, Germania, Giappone, Russia), e quelle di Cina, Spagna, Egitto, Belgio, Danimarca, Portogallo, Svezia, Sudafrica e Lega Araba. Unico assente è il Sudan che ha definito “inopportuno” il Meeting.
Al centro della riunione vi è la questione della forza ibrida ONU- Unione africana che il governo sudanese ha accettato venga dispiegata nella regione (vedi Fides 14 giugno 2007). La nuova missione congiunta sarà formata da circa 20mila soldati che avranno il compito di vigilare sulla sicurezza della popolazione dell’area. Vi sono però due ostacoli che minacciano di ridurre l’efficacia della forza di pace. Il primo è l’atteggiamento ambiguo del governo sudanese che cerca di sminuirne il ruolo e l’altro è la questione del suo finanziamento. Il Vertice di Parigi mira a trovare una soluzione per il sostegno finanziario dell’operazione ma anche il rilancio politico del negoziato tra Khartoum e i ribelli e per l'avvio dell’iniziativa umanitaria e di sviluppo dell’area.
Secondo diversi osservatori internazionali, la Cina può giocare un ruolo importante per convincere il governo sudanese a impegnarsi a trovare una soluzione pacifica alla crisi del Darfur. La Cina acquista l’80% delle esportazioni di petrolio sudanese ed ha effettuato importanti investimenti nell’economia locale, aiutando il Sudan a sviluppare le proprie infrastrutture. In un’intervista al Financial Times Liu Guijin, inviato speciale cinese per il Darfur, ha così spiegato l’interesse del governo cinese a trovare una soluzione pacifica: “Come ogni investitore in qualsiasi Paese è logico che l'investitore speri in una situazione più stabile e più pacifica”. Il diplomatico cinese ha poi rivelato che la Cina ha avuto un ruolo di primo piano per convincere il governo di Khartoum ad accettare la forza di pace mista ONU- Unione Africana: “abbiamo usato un linguaggio molto diretto per persuaderli”.
Mentre si accentua la pressione della comunità internazionale sul Sudan, Khartoum ospita un importante Vertice sulla sicurezza africana al quale partecipano anche rappresentanti dei servizi di sicurezza occidentali. Si tratta della quarta Conferenza del “Committee for Intelligence and Security Systems in Africa”, un organismo di coordinamento dei servizi di sicurezza africani, promosso dall’Unione Africana. Un ente che ha un’importanza crescente per fermare l’infiltrazioni di elementi estremisti in Africa. Il Sudan, con la sua estensione territoriale e la sua storia, è visto da più parti come un alleato decisivo in questa lotta. Una ragione in più per aiutarlo a trovare la pace. (L.M.) (Agenzia Fides 25/6/2007 righe 38 parole 475)


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