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New Delhi (Agenzia Fides) - I dati relativi al trattamento delle minoranze cristiane in India, per quanto riguarda i loro diritti sociali e le pari opportunità, sono preoccupanti: secondo il rapporto ufficiale dal titolo “Occupazione e Disoccupazione fra i maggiori gruppi religiosi in India”, diffuso di recente dal governo indiano, il tasso di disoccupazione è più alto fra i cristiani rispetto ai membri di altre comunità religiose: 4,4% per i cristiani (1,5% per gli indù). La percentuale sale fino al 14% quando si guardano i dati relativi alle sole donne cristiane, nelle aree urbane e rurali.
Il Rapporto è basato su dati raccolti nell’ultimo quinquennio, elaborati dall’Ufficio Nazionale di Statistica e ha preso in considerazione indù, musulmani, cristiani sikh, jainisti, buddisti e zoroastriani. Secondo il testo, la disoccupazione dipende soprattutto da un basso grado di alfabetizzazione e di istruzione, problema che ancora affligge le minoranze cristiane, soprattutto i dalit e i fuori casta: l’analfabetismo tocca il 20% per gli uomini e il 31% per le donne nelle aree rurali; il 6% per i maschi e l’11% per le donne nelle aree urbane.
La “All India Catholic Union”, che raccoglie associazioni e movimenti laicali cattolici, in accordo con l’All India Christian Council, organismo ecumenico, hanno espresso la loro preoccupazione, chiedendo che il governo si impegni di più in progetti di crescita e sviluppo sociale, economico e culturale delle minoranze religiose.
La comunità cristiana ha proposto un “Libro Bianco sulle minoranze religiose” che comprenda un’analisi globale sulla situazione delle comunità religiose nella nazione, e offra un quadro complessivo delle principali problematiche sociali, politiche e religiose che toccano le minoranze. I Vescovi indiani da tempo caldeggiano anche una specifica legge per proteggere le minoranze religiose in India. (PA) (Agenzia Fides 2/4/2007 righe 26 parole 261)
