AFRICA/ETIOPIA - Vertice UA di Addis Abeba: eletto il nuovo Presidente. Annunciata una conferenza di riconciliazione nazionale per la Somalia

martedì, 30 gennaio 2007

Addis Abeba (Agenzia Fides)- La convocazione di una conferenza di riconciliazione nazionale per la Somalia e la nomina del nuovo Presidente dell’Unione Africana, il Capo di Stato ghanese John Kufuor, sono i risultati più importanti raggiunti dal vertice dell’organizzazione che si conclude oggi, 30 gennaio, ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia (vedi Fides 29 gennaio 2007).
La convocazione della conferenza di riconciliazione nazionale è stata annunciata a margine dell’assise dal Presidente somalo ad interim, Abdullahi Yusuf Ahmed, mentre i Capi di Stato e di governo africani hanno discusso a lungo sull’invio di una forza di pace africana nel Paese del Corno, per aiutare il fragile governo di transizione a stabilizzare la situazione. “Abbiamo bisogno di almeno 8mila militari, finora però ne abbiamo a malapena 4mila” ha detto il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Alpha Oumar Konaré. “Se non interveniamo subito la Somalia precipiterà nel caos” ha aggiunto. Le truppe africane, fornite da Paesi non confinanti con la Somalia, sono chiamate a sostituire i militari etiopici che sono stati determinanti per consentire al governo transitorio di insediarsi nella capitale Mogadiscio. Addis Abeba ha deciso di ritirare le proprie truppe sia per non rimanere invischiata in un conflitto che rischiava di diventare prolungato (tanto più che le diverse fazioni somale sono sempre state sospettose delle vere o presunte mire espansioniste di Addis Abeba), sia per una motivazione economica, non avendo i mezzi finanziari per sostenere una missione militare così prolungata.
Finora però solo pochi Paesi hanno dichiarato la propria disponibilità ad offrire truppe per la missione UA in Somalia. Il Sudafrica, una delle poche vere potenze militari africane, ha affermato di non potere inviare i propri militari perché già impegnati in altre missioni di pace (come nella Repubblica Democratica del Congo e in Burundi) e non ha quindi reparti disponibili, ma ha offerto un supporto tecnico. Gli Stati Uniti hanno offerto di trasportare con i propri aerei le truppe africane quando queste saranno pronte.
La comunità internazionale pone molte speranze nel dialogo tra le parti somale, auspicato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon: “Esorto i dirigenti somali a dedicarsi a un processo politico inclusivo. Spero che si proceda a un dialogo di riconciliazione nazionale e che l'Etiopia sia d'aiuto”.
L’altra grande crisi africana affrontata dal summit dell’UA, quella del Darfur, appare invece ancora lontana dalla soluzione ed è stata determinante per la mancata elezione del Presidente sudanese Omar Hassan al Bashir ai vertici dell’organizzazione. Secondo i meccanismi interni dell’UA, che prevedono la rotazione, il Presidente sudanese avrebbe dovuto assumere la carica già da un anno. Questi, comunque, ha accettato la decisione del vertice di eleggere alla Presidenza dell’Unione Africana, il ghanese Kufuor. Nonostante l’accettazione in linea di principio da parte sudanese di una forza di pace mista ONU-UA nel Darfur, rimangono divergenze sul numero e sul ruolo dei “Caschi Blu”. Il Palazzo di Vetro vorrebbe inviare diverse migliaia di militari sotto la bandiera ONU, mentre Khartoum si è detta disponibile ad accettare un contingente limitato ad un massimo di 2mila uomini con compiti di sostegno logistico ai militari dell’UA. (L.M.) (Agenzia Fides 30/1/2007 righe 43 parole 536)


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