AFRICA/BURUNDI - Oltre 800mila persone rischiano di morire di fame a causa delle inondazioni; la Chiesa si mobilita per portare soccorso alle popolazioni colpite

lunedì, 22 gennaio 2007

Bujumbura (Agenzia Fides)- La Chiesa è mobilitata per portare aiuto alle popolazioni colpite dalle gravissime inondazioni che stanno interessando il Burundi. “Dalla Conferenza Episcopale a Caritas Burundi fino alla più piccola delle parrocchie, tutte le realtà della Chiesa cattolica sono attivamente impegnate nell’opera di soccorso” dicono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale. “Le parrocchie in particolare hanno aperto le porte dei propri locali alla persone che hanno perso la casa. Si tratta di migliaia di persone, famiglie intere, che hanno perso tutto in pochissimo tempo”.
Sono 7 su 19 le province maggiormente colpite dalla furia delle acque: Muramzya, Bubanza, Karuzi, Kayanza, Cimbtoke, Ngonzi, Ruyigi. Il governo ha decretato lo stato d’emergenza e ha chiesto aiuto alla comunità internazionale, il corpo diplomatico è stato invitato a visitare alcune delle zone danneggiate dalle piogge. “Il governo sta procedendo all’analisi dei danni per poi rivolgere richieste specifiche alla comunità internazionale” dicono le fonti di Fides.
Secondo il Programma Alimentare Mondiale (PAM) le alluvioni delle ultime settimane in Burundi potrebbero provocare una grave crisi alimentare per oltre 800mila persone. “Il rischio è serio”, ha detto il portavoce del PAM nel Paese, Guillaume Folliot, “le forti piogge e lo straripamento dei fiumi hanno distrutto tra il 50 e l’80 per cento delle colture”. Fino a oggi il Programma alimentare mondiale ha distribuito cibo e beni di prima necessità a circa 400mila persone e ha fatto richiesta di 20 milioni di euro per le vittime. Il numero degli sfollati è salito drammaticamente negli ultimi giorni e ha raggiunto quota 23mila.
Le alluvioni giungono dopo un forte periodo di siccità, che aveva già seriamente compromesso il raccolto agricolo e creato seri danni all’agricoltura
“L’impressione è che questi fenomeni sono una conseguenza del riscaldamento globale dell’atmosfera, ma ad aggravare la situazione è la mancanza di infrastrutture per il controllo e la gestione delle acque, sia per far fronte ai periodi di siccità sia per limitare il più possibile i danni delle inondazioni. Per far questo però occorrono investimenti su lungo termine che il Paese non è in grado di ottenere se non con l’aiuto della comunità internazionale”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2007 righe 31 parole 377)


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