I MOVIMENTI ECCLESIALI IN AFRICA

sabato, 3 giugno 2006

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - In occasione dell’Incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità, l’Agenzia Fides pubblica uno Speciale dedicato alla presenza dei Movimenti Ecclesiali nel continente africano.

L’Africa, evangelizzata in gran parte nei secoli scorsi, è ancora un continente in pieno sviluppo dal punto di vista della vita cristiana. I missionari, provenienti da diversi paesi, soprattutto europei, hanno seminato la fede e hanno messo a disposizione degli strumenti come i movimenti ecclesiali per aiutare i cristiani di ogni età nella loro vita quotidiana e nel mettere in pratica i valori cristiani nella vita sociale. Oggi, con l’aiuto dei Vescovi e del clero locale, i Movimenti ecclesiali nella Chiesa africana aumentano e si diffondono in quasi tutte le diocesi, assumendo connotazioni diverse.
Un passo determinante in questo senso è stato compiuto dopo il Concilio Vaticano II, punto di partenza di una nuova evangelizzazione nella quale devono essere attivi tutti i battezzati. Il Concilio, con il suo ricchissimo patrimonio dottrinale, spirituale e pastorale, ha riservato pagine splendide sulla natura, dignità, spiritualità, missione e responsabilità dei fedeli laici. E i Padri Conciliari, riecheggiando l'appello di Cristo, hanno chiamato tutti i fedeli laici, uomini e donne, a lavorare nella sua vigna: “Il sacrosanto Concilio scongiura ardentemente nel Signore tutti i laici a rispondere volentieri, con animo generoso e con cuore pronto, alla voce di Cristo, che in quest'ora li invita con maggiore insistenza, e all'impulso dello Spirito Santo. In modo speciale i più giovani sentano questo appello come rivolto a se stessi, e l'accolgano con slancio e magnanimità. Il Signore stesso infatti ancora una volta per mezzo di questo Santo Sinodo invita tutti i laici ad unirsi sempre più intimamente a Lui e, sentendo come proprio tutto ciò che è di Lui, si associno alla sua missione salvifica; li manda ancora in ogni città e in ogni luogo dov'egli sta per venire...” (Esortazione finale del Decreto sull’apostolato dei laici, Apostolicam Actuositatem, n. 33).
Soprattutto dopo l’Assembla straordinaria del Sinodo dei Vescovi per l’Africa del 1994, l’Esortazione Apostolica postsinodale “Ecclesia in Africa” ha fatto compiere un ulteriore passo in avanti: “Il Concilio Ecumenico Vaticano II può certamente considerarsi, dal punto di vista della storia della salvezza, come la pietra angolare di questo secolo, prossimo ormai a sfociare nel terzo millennio. Nel contesto di quel grande avvenimento, la Chiesa di Dio che è in Africa poté vivere, per parte sua, autentici momenti di grazia. In effetti, l'idea di un incontro, sotto una forma o l'altra, di Vescovi dell'Africa per discutere circa l'evangelizzazione del continente, risale al periodo del Concilio. Quello storico evento fu veramente il crogiuolo della collegialità e un'espressione peculiare della comunione affettiva ed effettiva dell'episcopato mondiale. I Vescovi, in tale occasione, cercarono di individuare gli strumenti adatti per meglio condividere e rendere efficace la loro sollecitudine nei confronti di tutte le Chiese ed iniziarono a proporre, a tale scopo, le opportune strutture a livello nazionale, regionale e continentale” (Ecclesia in Africa, 2).
Questo Sinodo ha cercato di dare una visione più concreta della chiesa per i cristiani africani, definendola come una famiglia. Infatti "nella cultura e nella tradizione africane, il ruolo della famiglia è universalmente considerato come fondamentale. Aperto a questo senso della famiglia, dell'amore e del rispetto della vita [...] Le culture africane hanno un senso acuto della solidarietà e della vita comunitaria. Non si concepisce in Africa una festa che non venga condivisa con l'intero villaggio. Di fatto, la vita comunitaria nelle società africane è espressione della famiglia allargata..." (Ecclesia in Africa, 43).
L’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Africa” ha cercato di dare una visione più africana della Chiesa, definendola come una famiglia, la Chiesa-famiglia di Dio. La famiglia in Africa è importantissima. Tutti i problemi, i progetti e le decisioni si prendono sempre in famiglia. È dunque una cellula centrale dell’organizzazione sociale e sulla quale si può contare per trovare le soluzioni a tante situazioni.
I tipi di Movimenti nella Chiesa dell’Africa dipendono molto dalla provenienza dei missionari presenti sul posto. Infatti costoro hanno portato con sé le ricchezze dei propri Paesi per condividerle con la Chiesa locale. Per questo motivo, da un punto all’altro del continente, i Movimenti sono diversi. Ma oggi, soprattutto grazie ai mezzi di comunicazione di massa (la televisione, la radio, i giornali, internet…) che permettono una maggiore apertura e condivisione, la diffusione dei Movimenti nelle diverse diocesi si fa sempre più veloce.
Essendo delle organizzazioni generalmente di laici, i Movimenti hanno scopi diversi. Alcuni si indirizzano verso la spiritualità, altri verso la formazione dell’uomo per servire meglio Dio e il prossimo nella vita quotidiana. Altri ancora si rivolgono a specifiche fasce di età, a settori professionali determinati o a particolari situazioni sociali. L’Africa è un continente molto grande, dove la Chiesa locale si sta sviluppando e cerca di rispondere alle attese dei membri della comunità cristiana perché possano vivere il Vangelo in relazione alla cultura locale. Parlare di tutti i movimenti che esistono in Africa non solo non è una cosa semplice, ma quasi impossibile. Di tanti movimenti ecclesiali che giocano un ruolo importante nella vita dei cristiani e per lo sviluppo della Chiesa locale non ci sono notizie sufficienti. Le informazioni che abbiamo raccolto e che presentiamo dimostrano che il lavoro di Evangelizzazione in Africa procede a buon ritmo, e che la Chiesa è un cantiere aperto alla cui missione ogni cristiano può e deve partecipare portando la sua pietra per l’edificazione della Chiesa non soltanto in Africa, ma in tutto il mondo.

1. Movimenti ecclesiali per ragazzi
Alcuni movimenti, come i “CV AV” (“Coeurs Vaillants - Ames Vaillantes”) presenti in alcuni paesi africani di lingua francese, o i “lupi e lupetti” che si inseriscono nel grande gruppo degli Scout, sono specializzati nell’educazione religiosa e umana dei ragazzi e ragazze, dai quattro o cinque anni fino ai dodici per lupi e lupetti. Questi movimenti aiutano i ragazzi, crescendo, a sviluppare le loro qualità fisiche, intellettuali e la loro vita cristiana.
“CV-AV” è un movimento nato in Francia per opera di don Gaston Courtois, iniziatore del giornale "Coeurs Vaillants" e qualche anno dopo "Ames vaillantes", riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nel 1936. Il movimento è stato poi rinominato "Action catholique de 1'enfance" ACE (azione cattolica per l'infanzia) con l'obbiettivo di aiutare i ragazzi e le ragazze, da 6 a 15 anni, a diventare apostoli. Il loro motto è "A coeurs vaillants, rien d'impossible" (Ai cuori che vigilano, niente è impossibile). Il movimento, poco dopo il suo riconoscimento, arrivò in Africa, e 1' 8 dicembre 1954 fu stampato per loro il giornale intitolato "Kisito", dal nome del più giovane dei Santi martiri dell'Uganda. In Africa, soprattutto nei paesi di lingua francese, il movimento è diffuso per aiutare i più giovani, attraverso dei responsabili adulti, a scoprire la persona di Gesù e il suo messaggio d'amore per l'umanità. A secondo dell'età, i ragazzi sono riuniti in gruppo per riflettere sulla loro vita a casa, a scuola e nel quartiere, sull'attualità nel mondo e sulla loro fede, per costruire e vivere in un mondo migliore. Il nome di questo movimento cambia da un paese all'altro. Sono chiamati "Gli amici di Kisito" in Mali, ancora CV-AV in Senegal, Togo e in Guinea, ACE in Camerun. Dal movimento escono anche ragazzi e ragazze che, quando hanno l'età richiesta, entrano in altri gruppi e movimenti ecclesiali giovanili, come JEC, SCOUTS, GUIDES, JOC....
In Africa stanno sorgendo oggi Movimenti con una origine locale o adattati alla realtà pastorale particolare, per rispondere meglio alle aspettative della Chiesa locale e della società locale. Così, troviamo il movimento che in alcune province del Camerun è chiamato “Cadets of Mary”, e in Malawi e Burundi si chiama “Legio Mariae”. Il gruppo della “Legio Mariae” è conosciuto e esiste in tanti paesi, ma negli ultimi due citati, la Chiesa ha voluto far scoprire soprattutto ai più giovani (da 1 a 12 anni) la figura della Vergine Maria per amarla sempre di più e prenderla come modello di vita. In Burundi, il Movimento Eucaristico chiamato in origine “Croisade Eucharistique” (Crociata Eucaristica) ha lo scopo di far scoprire ai ragazzi la preghiera e l’adorazione di Gesù Eucaristia.
In Malawi, “Achipembedzo” è il gruppo liturgico delle ragazze che eseguono movimenti di danza durante le celebrazioni Eucaristiche, particolarmente al momento dell’offertorio. Alcuni di questi Movimenti destinati ai ragazzi proseguono poi anche nei gruppi giovani ed adulti, assicurando cosi una continuità nella formazione e nell’impegno ecclesiale.

2. Movimenti ecclesiali per giovani
E’ la fascia di età in cui si trova il maggior numero di Movimenti nella Chiesa dell’Africa. Infatti, i giovani occupano un posto importante nella vita della Chiesa in Africa, anche perché rappresentano la parte più numerosa della popolazione totale. I giovani hanno più bisogno di aiuto per costruire il loro futuro, ma anche il futuro della Chiesa. I Movimenti più conosciuti per questa età sono gli Scout e le Guide, la Gioventù Studentesca Cattolica e la Gioventù operaia Cattolica.
Alcuni Movimenti giovanili, come Scout e guide, si specializzano nell’educazione dei giovani. Lo scoutismo infatti è un metodo educativo nato dagli scritti e dalle intuizioni pedagogiche di Robert Baden - Powell. “L’obiettivo del metodo scout è sviluppare le capacità globali di ogni ragazzo e ragazza in primo luogo educando al senso critico, cioè a saper distinguere il bello dal brutto, l’utile dall’inutile, il necessario dal superfluo per scegliere ciò che è giusto e respingere ciò che è sbagliato. In secondo luogo è un’educazione ai valori fondamentali dell’uomo, come patrimonio inalienabile della persona. In questo processo educativo il fine da raggiungere non può mai giustificare i mezzi utilizzati.”
Il movimento Scout è arrivato in Africa, continente nel qual è nata l'idea, poco tempo dopo la sua creazione. In Africa del Sud è già attivo nel marzo 1908, solo 7 mesi dopo il campeggio a Brownsea Island di Baden Powell, punto di partenza del movimento. Oggi in Africa gli Scouts e le Guide lavorano molto nell'ambito dello sviluppo e dell'aiuto alle popolazioni in zone difficili. Organizzati intorno alla Chiesa, gli Scout cattolici intervengono sempre più per migliorare la situazione delle popolazioni, da soli o in coordinamento con altri gruppi di altri paesi del mondo.
La Gioventù Studentesca, operaia o contadina ( JEC - JOC -JAC in francese o YCS - YCW - YCF in inglese) si indirizza verso il campo specifico dell’aiuto ai giovani che lavorano o studiano, per far scoprire il loro ruolo nella società e nella Chiesa. Il movimento JEC ha come scopo particolare di “estendere il regno di Cristo, aiutare i cristiani ad essere responsabili nella vita di famiglia e professionale ed essere cristiani veri”. Il fondamento sul quale si basa il Movimento è “vedere, giudicare e agire”. In Africa, dove il tasso di scolarizzazione non è ancora alto, si può riconoscere l'importanza di questo gruppo che aiuta gli studenti a superare le difficoltà ed a costruire un futuro migliore. Tutto ciò vale anche per la Gioventù Operaia che per quella Agricola. Nella chiesa dell'Africa, questi movimenti sono la fonte principale che fornisce giovani catechisti e persone attive nella vita parrocchiale o diocesana.
Altri movimenti, come gli “Intamuheba” (“non abbandonerò mai”), lega del Sacro Cuore, in Burundi, aiutano i giovani nel rafforzamento della loro fede e della loro vita spirituale mediante l’adorazione eucaristica, particolarmente ogni primo venerdì del mese. Gli stessi scopi di rafforzamento della fede e di testimonianza si prefigge il gruppo mariano “Dongobi”.
"Xaverie" è un movimento nato nella Repubblica democratica del Congo (ex-Zaire) che si ispira alla spiritualità di San Francesco Saverio. Il movimento è presente anche in Angola, Ruanda, Burundi, Congo Brazzaville, Zambia, Tanzania ecc, ed recentemente festeggiato i suoi cinquant'anni. “Chiro” (“Soldati di Cristo”) è presente in Burundi, Ruanda, Sudafrica ed altri paesi vicini: si tratta di un movimento Eucaristico dei giovani. Il leitmotiv di questo gruppo è la preghiera, l'apostolato, il sacrificio e ricevere spesso la comunione. Anche loro hanno festeggiato il loro giubileo dei cinquant'anni.
In altri paesi africani sono stati creati gruppi di giovani (ragazzi e ragazze) che si dedicano in particolare alla lettura della Bibbia, alla riflessione e alla sua attuazione nella vita quotidiana, cercando di vedere come mettersi nel migliore modo possibile al servizio della Chiesa e degli altri.

3. Movimenti ecclesiali per adulti
Sono quasi gli stessi dei giovani, ma occupano un posto centrale nella vita della Chiesa e della parrocchia nel senso che gli adulti che ne fanno parte sono generalmente i genitori dei ragazzi che frequentano la parrocchia, e la loro partecipazione alla vita della Chiesa locale costituisce un incoraggiamento ed uno stimolo per i più giovani.
Tra i più conosciuti abbiamo la “Legione di Maria” che è molto attiva in tanti paesi. In genere i suoi membri si incontrano per il Rosario, durante tutto l'anno e soprattutto in maggio. I membri della Legione quasi sempre sono donne, prendono come modello di vita la Madonna.
Oggi in Africa sta crescendo anche l’Associazione delle Donne Cattoliche e quella degli Uomini Cattolici. L’Associazione delle Donne Cattoliche è nata sulla base della consapevolezza crescente del ruolo importantissimo della donna nella vita sociale e della Chiesa in Africa. È un movimento che si interessa della vita religiosa e sociale per dare una visione cristiana ed aiutare a trovare le migliori soluzioni per il bene di tutta la società. Si impegnano anche nell’educazione cattolica dei figli e nella costruzione di una famiglia africana all’immagine della famiglia di Betlemme.
Per questo scopo specifico in Burundi è nato anche il movimento “Famiglia di Cana”, i cui membri cercano di attuare nella vita concreta l'ideale della “Chiesa famiglia” partendo dalla piccola famiglia di Giuseppe, Maria e del bambino Gesù.

4. Movimenti ecclesiali generali
In questi tipi di movimenti rientrano tutti quelli che non fanno distinzione di età o di occupazione socio-professionale.
Il Rinnovamento nello Spirito si sta sviluppando in modo continuo nei paesi africani. Negli ambienti più diversi e senza distinzione di persone, ha suscitato e continua a suscitare un rinnovamento spirituale che trasforma radicalmente i cuori e la vita, orientandoli decisamente verso Dio e, di conseguenza, verso l'uomo.
Il Movimento dei Focolari si autodefinisce come “una nuova corrente di spiritualità incentrata sull’amore evangelico che suscita un movimento di rinnovamento spirituale e sociale: la spiritualità dell’unità, spiccatamente comunitaria”.
L’Azione Cattolica è un'associazione di laici cristiani, che hanno scelto di mettersi insieme “per capire meglio il valore del vivere da cristiani nel mondo; sono convinti che anche in questa storia complessa Dio è presente con il suo amore e continua ad essere vicino ad ogni donna e ad ogni uomo per attrarli verso un progetto di un'umanità piena e felice” . Nelle associazioni e nei gruppi di Azione Cattolica si impara alla scuola della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa a prendere familiarità con il mistero di Dio, a vivere da discepoli del Signore, ad amare la Chiesa e a servire la domanda di vita di ogni persona. La parrocchia è il luogo nel quale normalmente le persone di AC trovano il punto di riferimento della loro vita e del loro servizio.
La Comunità sant’Egidio è apparsa recentemente nel continente africano dove sta crescendo in proporzione alle tante attività che sta realizzando in tanti paesi. Come Movimento della Chiesa con una spiritualità incentrata sulla preghiera e sull’azione per la costruzione di un mondo di pace e libero dalla povertà, la Comunità di sant’Egidio ha trovato terreno fertile in questo continente, marcato dalle guerre e dalla malattia. Oggi la Comunità è presente in tanti paesi che attraversano un periodo difficile, e dove i suoi membri sono stati facilitatori o mediatori veri e propri in conflitti fratricidi, come in Mozambico, o sono presenti in campi di profughi e nell’aiuto alle vittime di guerre e carestie, come in Sud Sudan, Burundi, ecc. (J.A.S.) (Agenzia Fides 3/6/2006)


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