Roma (Agenzia Fides)- La Costa d’Avorio, così chiamata dagli Europei nel XV secolo a causa del commercio di zanne di elefanti, si estende su 322.460 kmq, e conta 17.500.000 abitanti. La popolazione è in aumento a causa dell’immigrazione proveniente dai Paesi limitrofi: Burkina Faso, Mali e Guinea.
Storia. Colonia francese dal 1893 la Costa d’Avorio venne inclusa nell’Africa Occidentale Francese dal 1904 al 1958. Il Paese divenne indipendente il 7 agosto 1960, adottando la forma di governo della Repubblica Presidenziale con la Costituzione del 31 ottobre 1960. Il Presidente è eletto a suffragio universale diretto per 5 anni ed esercita il potere esecutivo. Il primo Presidente è stato Félix Houphouët-Boigny che rimase al potere 30 anni durante i quali ha favorito un notevole sviluppo economico del Paese. Dopo anni di partito unico, nel 1990 si sono svolte le prime elezioni legislative multipartitiche del Paese. La morte, nel 1993, di Houphouët-Boigny, segna l’inizio di un periodo di instabilità. Le elezioni presidenziali dell’ottobre 1995, vinte da Henri Konan-Bedié, medico proveniente da una famiglia di possidenti, si svolgono in un clima di forte tensione. Il nuovo Presidente impone un regime autoritario e dichiara fuori legge il principale partito d’opposizione. Lo scontento popolare, accentuato dalla crisi economica, provoca una serie di disordini che sfociano nel golpe militare del 1999. Il colpo di Stato è guidato dal generale Guei, ex Capo di Stato Maggiore, che si autoproclama Presidente di un Comitato Nazionale di Salute Pubblica, sospendendo la Costituzione e il Parlamento. Dopo le proteste popolari, sono indette nuove elezioni con le quali viene eletto Presidente Laurent Gbagbo. Nel settembre 2002, si apre l’attuale fase della crisi ivoriana: a seguito di un fallito colpo di stato, le regioni del nord-ovest del paese caddero sotto il controllo di 3 diversi movimenti di guerriglia, che in seguito si riunirono sotto la sigla delle “Forze Nuove”. Gli accordi di Marcoussis firmati in Francia nel gennaio 2003 che hanno dato vita un governo di unità nazionale, non sono mai stati attuati nella loro pienezza. La Francia invia un contingente di 4mila uomini ai quali si aggiungono i “Caschi Blu” delle Nazioni Unite incaricati di garantire la tregua. Da allora la Costa d’Avorio è divisa in due. Nel novembre 2004, dopo due anni di stallo la crisi esplode in tutta la sua virulenza coinvolgendo i 4mila soldati e i circa 10-15mila civili francesi presenti nel Paese. L’aviazione governativa bombarda la roccaforte dei ribelli a Bouaké. Nove militari francesi rimangono uccisi. In risposta l’esercito francese distrugge la maggior parte degli aerei e degli elicotteri da combattimenti ivoriani. Il 30 ottobre 2005, dopo il rinvio delle elezioni presidenziali, una risoluzione dell’ONU permette al Presidente Gbagbo di rimanere in carica un altro anno. Il 4 ottobre Charles Konan Banny, governatore della Banca Centrale dell’Africa occidentale, è nominato Primo Ministro ad interim.
Economia. La Costa d’Avorio è una nazione potenzialmente ricca, per la fertilità della terra e per i suoi giacimenti minerari. La ricchezza non è però equamente distribuita, esistendo un divario tra una minoranza di privilegiati ed una grande maggioranza di poveri, che affolla le periferie delle città. La crisi politica ha messo in ginocchio l’economia ivoriana e dei suoi vicini, che dipendono per i loro commerci dai porti ivoriani.
Situazione religiosa. Più della metà della popolazione ivoriana, 10 milioni di persone, professa la religione tradizionale africana, ma si mostra aperta al Vangelo. I cattolici sono 3.400.000. I protestanti sono 1.300.000. I musulmani contano 3 milioni di fedeli. Nel Paese sono presenti diverse sette, alcune di origine africane, altre provenienti da altri continenti. (L.M.) (Agenzia Fides 5/4/2006 righe 47 parole 603)