Foto d'archivio
di Fabio Beretta
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Sotto lo sguardo di Cristo giudice affrescato da Michelangelo sulla parete d’altare della Cappella Sistina, i Cardinali si riuniscono in Conclave per eleggere il Successore di Pietro. Un’elezione alla quale prendono parte sempre più porporati provenienti dalle terre che adesso ricadono sotto la competenza del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari.
Stando ai dati del Dicastero datati fine 2024, le Circoscrizioni ecclesiastiche (ovvero Arcidiocesi, Diocesi, Abbazie territoriali, Vicariati apostolici, Prefetture apostoliche, Missioni sui iuris, Amministrazioni apostoliche e Ordinariati militari) dipendenti dal Dicastero per l’Evangelizzazione sono complessivamente 1.123. La maggior parte di esse si trovano in Africa (525) e in Asia (481). Seguono l’America (71) e l’Oceania (46).
Il Conclave del giugno 1963
Alla morte di Giovanni XXIII, avvenuta il 3 giugno 1963, erano 82 i Cardinali viventi e avevano tutti diritto di voto per l’elezione del Successore di Pietro. La norma che ad oggi non consente di entrare in Conclave ai Cardinali che hanno raggiunto gli 80 anni di età verrà infatti introdotta da Paolo VI nel 1970. Nel Collegio Cardinlazio che elesse Papa Montini, dunque, vi erano anche Cardinali ultra-ottantenni.
Nella Sistina però ne entrarono 80. Due Cardinali non raggiunsero Roma: l’ungherese József Mindszenty, (il regime comunista gli proibì di lasciare il Paese) e Carlos María Javier de la Torre, Arcivescovo di Quito, in Ecuador (assente per motivi di salute). Le nazioni rappresentate erano complessivamente 29.
In tutto, furono 5 i porporati provenienti dai territori allora affidati alla competenza della Congregazione di Propaganda Fide che in quell’anno entrarono in Conclave: Peter Tatsuo Doi (Giappone, Arcivescovo di Tokyo, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Giappone), Valerian Gracias (India, Arcivescovo di Bombay, Presidente della Conferenza dei vescovi cattolici dell'India), Laurean Rugambwa (Tanzania, Vescovo di Bukoba), Thomas Tien Ken-sin (Cina, Arcivescovo di Pechino, Amministratore apostolico di Taipei), Norman Thomas Gilroy (Australia, Arcivescovo di Sydney, Primate di Australia, Gran priore per l'Australia-Nuovo Galles del Sud dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme).
I Conclavi del 1978
Paolo VI fu il Pontefice che per primo allargò i confini del Collegio Cardinalizio nominando molti porporati non europei. In tutto, alla morte di Papa Montini (avvenuta il 6 agosto 1978), che decise di escludere dal voto i Cardinali ultraottantenni con il Motu proprio “Ingravescentem Aetatem” del 21 novembre 1970 e modificò alcune norme del Conclave con la Costituzione apostolica “Romano Pontifici Eligendo” del 1 ottobre 1975, erano 111 i Cardinali che avevano diritto di voto. In quella stessa Costituzione si stabilì che il numero di Cardinali elettori non deve superare il numero di 120.
Nel Conclave dell’agosto del 1978, in Sistina ne entrarono però 108: Valerian Gracias, Arcivescovo di Bombay, John Joseph Wright, Prefetto della Congregazione per il Clero, e Bolesław Filipiak, Decano emerito della Rota Romana, furono tutti assenti al Conclave per motivi di salute.
Alle votazioni che elessero Giovanni Paolo I furono in tutto 18 i Cardinali provenienti da quelli che un tempo erano definiti “territori di missione”, di cui 1 impegnato a lavorare all’interno della Curia Romana e 1 di origine francese ma alla guida di un’Arcidiocesi del Nordafrica: Bernardin Gantin (Benin, Presidente del Pontificio consiglio "Cor Unum"), Lawrence Trevor Picachy (India, Arcivescovo di Calcutta, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici dell'India), Justinus Darmojuwono (Indonesia, Arcivescovo di Semarang), Joseph Marie Anthony Cordeiro (Pakistan, Arcivescovo di Karachi), Stephen Kim Sou-hwan (Corea del Sud, Arcivescovo di Seul, Amministratore apostolico sede plena di Pyongyang), Thomas Benjamin Cooray (Sri Lanka, Arcivescovo di Colombo, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici dello Sri Lanka), Joseph Marie Trinh-nhu-Khuê (Vietnam, Arcivescovo di Hà Nôi), Maurice Michael Otunga (Kenya, Arcivescovo di Nairobi, Presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, Vicario castrense per il Kenya), Victor Razafimahatratra (Madagascar, Arcivescovo di Antananarivo, Presidente della Conferenza Episcopale del Madagascar), Dominic Ekandem (Nigeria, Vescovo di Ikot Ekpene, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici della Nigeria), Hyacinthe Thiandoum (Senegal, Arcivescovo di Dakar, Presidente della Conferenza dei Vescovi del Senegal, della Mauritania, di Capo Verde e della Guinea Bissau), Owen McCann (Sudafrica, Arcivescovo di Città del Capo), Laurean Rugambwa (Tanzania, Arcivescovo di Dar-es-Salaam), Emmanuel Kiwanuka Nsubuga (Uganda, Arcivescovo di Kampala), Paul Zoungrana (Burkina Faso, Arcivescovo di Ouagadougou), Joseph-Albert Malula (Repubblica Democratica del Congo, Arcivescovo di Kinshasa), Pio Taofinu'u (Samoa, Vescovo di Samoa e Tokelau), Reginald John Delargey (Nuova Zelanda, Arcivescovo di Wellington, Presidente della Conferenza Episcopale della Nuova Zelanda).
Nel 1978 si celebrò un secondo Conclave a poco più di un mese dal primo a causa della morte di Giovanni Paolo I avvenuta dopo appena 33 giorni di pontificato. In questo breve tempo non vi furono Concistori e, nell’ottobre di quell’anno, quando i Cardinali tornarono a riunirsi nella Cappella Sistina, i porporati furono gli stessi che si erano ritrovati poche settimane prima. Tutti ricoprivano le stesse cariche. In entrambi i Conclavi erano 46 le nazioni rappresentate.
Il Conclave del 2005
Il primo Conclave del terzo millennio iniziò con la riforma dello stesso varata da Giovanni Paolo II che nel 1996 promulgò la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis. Essa è ancora oggi in vigore. Per la prima volta quell’anno i porporati vennero alloggiati nella nuova Casa Santa Marta (invece che negli spazi ricavati nelle sale del Palazzo Apostolico), fatta costruire appositamente con questo scopo.
Al Conclave che portò all’elezione di Benedetto XVI erano 117 i Cardinali aventi diritto di voto. In Sistina ne entrarono 115: Adolfo Antonio Suárez Rivera (Arcivescovo emerito di Monterrey, Messico) e Jaime Lachica Sin (Arcivescovo emerito di Manila, Filippine), non giunsero a Roma per motivi di salute.
Alla morte di Giovanni Paolo II i Cardinali elettori provenivano da 52 nazioni da tutti i Continenti. In tutto furono 17 i porporati giunti da terre affidate alla cura della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, molti dei quali ricoprivano ruoli ai vertici dei Dicasteri e Organismo della Santa Sede: Wilfrid Fox Napier (Sudafrica, Arcivescovo di Durban), Gabriel Zubeir Wako (Sudan, Arcivescovo di Khartoum), Telesphore Placidus Toppo (India, Arcivescovo di Ranchi), Armand Gaétan Razafindratandra (Madagascar, Arcivescovo di Antananarivo), Bernard Agré (Costa d'Avorio, Arcivescovo di Abidjan), Emmanuel Wamala (Uganda, Arcivescovo di Kampala), Christian Wiyghan Tumi (Camerun, Arcivescovo di Douala), Frédéric Etsou-Nzabi-Bamungwabi (Repubblica Democratica del Congo, Arcivescovo di Kinshasa), Francis Arinze (Nigeria, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti), Peter Seiichi Shirayanagi (Giappone, Arcivescovo emerito di Tokyo), Michael Michai Kitbunchu (Thailandia, Arcivescovo di Bangkok, Presidente della Conferenza dei Vescovi della Thailandia), Stephen Fumio Hamao (Giappone, Presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti), Anthony Olubunmi Okogie (Nigeria, Arcivescovo di Lagos), Ivan Dias (India, Prefetto emerito della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli), Julius Riyadi Darmaatmadja (Indonesia, Arcivescovo di Giacarta, Ordinario militare per l'Indonesia), Jean-Baptiste Pham Minh Mân (Vietnam, Arcivescovo di Hô Chí Minh), Peter Turkson (Ghana, Arcivescovo di Cape Coast).
Il Conclave del 2013
Quando nel febbraio del 2013 Benedetto XVI annunciò al mondo la rinuncia al Ministero Petrino durante un Concistoro, i Cardinali elettori aventi diritto di voto in Conclave erano 117 ma in Sistina ne entrarono 115. Assenti Julius Riyadi Darmaatmadja (Arcivescovo emerito di Giacarta, Indonesia) e Keith Michael Patrick O'Brien (Arcivescovo emerito di Saint Andrews ed Edimburgo, Scozia) per motivi di salute.
Nel Conclave che portò all’elezione di Papa Francesco, giunsero a Roma 17 Cardinali provenienti dai territori affidati al Dicastero missionario. Come per i precedenti Conclavi, molti di questi porporati prestavano servizio all’interno dei Dicasteri della Curia Romana: Peter Turkson (Ghana, Presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace), Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don (Sri Lanka, Arcivescovo di Colombo), Robert Sarah (Guinea, Presidente del Pontificio consiglio "Cor Unum"), George Alencherry (India, Arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly), Oswald Gracias (India, Arcivescovo di Bombay), Polycarp Pengo (Tanzania, Arcivescovo di Dar-es-Salaam) John Olorunfemi Onaiyekan (Nigeria, Arcivescovo di Abuja), John Njue (Kenya, Arcivescovo di Nairobi), Wilfrid Fox Napier (Sudafrica, Arcivescovo di Durban), Gabriel Zubeir Wako (Sudan, Arcivescovo di Khartoum), Telesphore Placidus Toppo (India, Arcivescovo di Ranchi), Laurent Monsengwo Pasinya (Repubblica Democratica del Congo, Arcivescovo di Kinshasa), John Tong Hon (Cina, Vescovo di Hong Kong), Théodore-Adrien Sarr (Senegal, Arcivescovo di Dakar), Anthony Olubunmi Okogie (Nigeria, Arcivescovo di Lagos), Ivan Dias (India, Prefetto emerito della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli), Jean-Baptiste Pham Minh Mân (Vietnam, Arcivescovo di Hô Chí Minh).
Il Conclave del 2025
Alla morte di Papa Francesco, risultano in vita 252 Cardinali, di cui 135 potenzialmente elettori nel Conclave che inizia il 7 maggio. Di questi, ne entrano in Sistina 133 poiché due di essi, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, arcivescovo metropolita emerito di Valencia, e il cardinale John Njue, arcivescovo metropolita emerito di Nairobi, sono assenti per motivi di salute.
Sarà il Conclave con Cardinali provenienti da 66 nazioni. Tra di essi 34 giungono dai territori di competenza del Dicastero per l’Evangelizzazione. Alcuni, anche se originari di altre nazioni, svolgono in queste terre di missione il loro ministero, così come diversi ricoprono ruoli all’interno della Curia Romana: Giorgio Marengo (Italia, Prefetto apostolico di Ulan Bator, Mongolia), Virgílio do Carmo da Silva (Timor Est, Arcivescovo metropolita di Dili), Dieudonné Nzapalainga (Repubblica Centrafricana, Arcivescovo metropolita di Bangui), Stephen Ameyu Martin Mulla (Sud Sudan, Arcivescovo metropolita di Giuba), Jean-Paul Vesco (Francia, Arcivescovo metropolita di Algeri), Soane Patita Paini Mafi (Tonga, Vescovo di Tonga), Anthony Poola (India, Arcivescovo metropolita di Hyderabad), Ignace Bessi Dogbo (Costa d'Avorio, Arcivescovo metropolita di Abidjan), Protase Rugambwa (Tanzania, Arcivescovo metropolita di Tabora), Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo, Arcivescovo metropolita di Kinshasa), Stephen Chow Sau-yan (Cina, Vescovo di Hong Kong), Antoine Kambanda (Ruanda, Arcivescovo metropolita di Kigali), Tarcisius Isao Kikuchi (Giappone, Arcivescovo metropolita di Tokyo), William Goh Seng Chye (Singapore, Arcivescovo di Singapore), John Ribat (Papua Nuova Guinea, Arcivescovo metropolita di Port Moresby), Stephen Brislin (Sudafrica, Arcivescovo metropolita di Johannesburg), Désiré Tsarahazana (Madagascar, Arcivescovo metropolita di Toamasina), Filipe Neri Ferrão (India, Arcivescovo metropolita di Goa e Damão), Cristóbal López Romero (Spagna, Arcivescovo di Rabat, Marocco), Lazarus You Heung-sik (Corea del Sud, Prefetto del Dicastero per il clero), Sebastian Francis (Malesia, Vescovo di Penang), Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo (Indonesia, Arcivescovo metropolita di Giacarta), Arlindo Gomes Furtado (Capo Verde, Vescovo di Santiago di Cabo Verde), Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij (Thailandia, Arcivescovo emerito di Bangkok), Thomas Aquino Manyo Maeda (Giappone, Arcivescovo metropolita di Osaka-Takamatsu), Charles Maung Bo (Myanmar, Arcivescovo metropolita di Yangon), Peter Kodwo Appiah Turkson (Ghana, Cancelliere della Pontificia accademia delle scienze e della Pontificia accademia delle scienze sociali), John Atcherley Dew (Nuova Zelanda, Arcivescovo emerito di Wellington), Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don (Sri Lanka, Arcivescovo metropolita di Colombo), Philippe Nakellentuba Ouédraogo (Burkina Faso, Arcivescovo emerito di Ouagadougou), Jean-Pierre Kutwa (Costa d'Avorio, Arcivescovo emerito di Abidjan), Joseph Coutts (Pakistan, Arcivescovo emerito di Karachi), Robert Sarah (Guinea, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti), Peter Ebere Okpaleke (Nigeria, Vescovo di Ekwulobia). (Agenzia Fides 6/5/2025)