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Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Cristo è la nostra speranza”. E “questa speranza – è curioso - non ci appartiene”, Perché “la speranza non è un possesso da mettere in tasca. No, non ci appartiene. È un dono da condividere, una luce da trasmettere. E se la speranza non si condivide, cade”.
Con queste parole Papa Francesco ha indicato di nuovo la sorgente della speranza, la virtù teologale che fa da filo conduttore all’Anno santo 2025, appena iniziato. Lo ha fatto nel discorso rivolto ai responsabili di “Congés Misión”, una rete di iniziative - congressi, laboratori, conferenze, incontri - che ha preso vita in Francia nel 2015 con il proposito di aiutare tutti a scoprire come annunciare il Vangelo e diventare missionari nella maniera più consona alla propria persona e al proprio temperamento.
Nel suo discorso, Papa Francesco ha richiamato anche il dinamismo che intreccia speranza, gioia evangelica e slancio missionario. “La gioia, cari amici” ha detto il Pontefice “è inseparabile dalla speranza ed è anche inseparabile dalla missione; una gioia che non si riduce all’entusiasmo del momento, ma che nasce dall’incontro con Cristo e ci orienta verso i fratelli. Essere pellegrini significa camminare insieme nella Chiesa, ma anche avere il coraggio di uscire, di andare incontro agli altri”. Andare “dove gli uomini e le donne vivono le loro gioie e i loro dolori. È così che voi portate la speranza, sia nelle vostre comunità sia nei luoghi in cui la Chiesa sembra a volte stanca o ritirata”.
Il Papa ha ringraziato i responsabili di Congés Misión “per la fraternità missionaria che tessete con pazienza e con fede attraverso la Francia. La Francia”, ha aggiunto il Papa a braccio, “la fille aînée de l’Église. E i nemici della Francia dicono: sì, la fille aînée de l’Église, mais pas la plus fidèle… questo non è vero! Tanti santi ha la Francia: tanti santi!”
In un’altra aggiunta ”a braccio“, il Vescovo di Roma ha invitato i responsabili di “Congés Misión” a “lasciarsi scuotere dallo Spirito Santo”, e a leggere “i primi capitoli degli Atti degli Apostoli”, dove si vede che “È lo Spirito che guida la Chiesa, scuote i cuori. E la speranza nasce qui. A volte, lasciarsi scuotere dallo Spirito Santo può significare uscire dai nostri schemi abituali e persino accettare di “fare un po’ di confusione”. Lo Spirito Santo è Maestro”.
Per richiamare la realtà dello spirito Santo come protagonista dell’opera missionaria, Papa Francesco ha aggiunto un aneddoto personale: «Ricordo una Messa per i bambini, quando ero parroco nei quartieri di San Miguel, dove quasi duecento bambini venivano alla Messa tutte le domeniche. Un giorno, era Pentecoste, ho detto ai bambini: “Voi sapete chi è lo Spirito Santo?” “Io, io io…”; “Tu!” “Il paralitico” (ridono) “No! Il Paraclito! Cosa vuol dire?”; “Io, io io…”; “Tu!”; “Quello che fa la confusione!”. È vero, lo Spirito Santo fa la confusione. Lo Spirito Santo spinge alla creatività!».
Papa Francesco ha anche invitato a guardare le vite dei santi, «tutti creativi, perché c’è lo Spirito dentro! Lo Spirito santo ci invita ad annunciare il Vangelo non solo in strutture consolidate, ma ovunque si trovino i nostri fratelli e le nostre sorelle: annunciare il Vangelo nella quotidianità nelle gioie, nelle loro ferite, nelle loro domande». Poi ha citato a questo riguardo le parole di un Beato francese, Padre Antoine Chevrier fondatore dell’Opera della Provvidenza del Prado: «l’amore per Dio e per il prossimo è il principio, è la linfa vitale di tutto, che deve produrre tutto in noi; quando c’è questo in un’anima, c’è tutto quello che serve. Vale di più la carità senza esteriorità che un’esteriorità senza carità. Meglio il disordine con l’amore che l’ordine senza amore».
La rete di “Congés Misión” terrà il suo prossimo grande raduno a Bercy, nel mese di novembre. (GV) Agenzia Fides 10/1/2025)
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