Dhaka (Agenzia Fides) - Gli studenti sono di nuovo in piazza in Bangladesh. Universitari di numerosi college della capitale Dhaka hanno commesso atti vandalici nel "Government Shahid Suhrawardy College" per protestare contro la morte di uno studente di medicina. I dimostranti si sono poi spostati verso il Kabi Nazrul Government College cercando di penetrare nel campus ma non ci sono riusciti. Altri hanno poi preso di mira il Dhaka National Medical College Hospital, dove la presunta negligenza ha portato alla morte del diciottenne Abhijit Halder, avvenuta il 18 novembre scorso. Lo studente era stato ricoverato in ospedale, ammalato di dengue e lì è deceduto. Alcuni suoi compagni sostengono che è morto a causa di trattamento e cure errate. Questo ha innescato manifestazioni violente in strada.
Per timore che la protesta potesse nuovamente contagiare altri campus, anche la Notre Dame University di Dhaka, università cattolica aperta ufficialmente nel 2013 dalla Congregazione della Santa Croce, ha inviato un avviso agli student , chiedendo loro di non prendere parte ad assembramenti e proteste violente.
Padre Patrick Gaffney, religioso della Congregazione della Santa Croce, rileva che la protesta degli studenti dev'essere sempre costruttiva, e va indirizzata e orientata a migliorare il sistema di istruzione e l'ambiente di studio. Il religioso ripercorre la vicenda della protesta studentesca nei mesi scorsi e spiega come l'Università cattolica di Notre Dame né è venuta fuori: "L'estate del 2024 in Bangladesh è stata un punto di svolta che ha riportato il paese alle speranze e alle paure della sua fondazione nel 1971. Centinaia di persone sono state uccise e migliaia sono rimaste ferite in quella che era iniziata come una protesta pacifica tra studenti universitari i quali si opponevano a una nuova legge che aveva concesso un accesso privilegiato a lavori nel settore pubblico. Il movimento di massa ha preso il sopravvento nelle strade e ha rovesciato il governo. I dimostranti hanno sfidato il coprifuoco e affrontato la polizia armata, per forzare la caduta del regime della Awami League che deteneva il potere dal 2009. Accusavano l'establishment di corruzione, negligenza, sparizioni, nepotismo, elezioni fraudolente, repressione sempre più violenta degli avversari politici. La svolta vi è stata quando l'esercito è intervenuto per istituire un governo ad interim dopo che il Primo Ministro è fuggito nella vicina India".
"Alla Notre Dame University del Bangladesh - ricorda p. Gaffney - come in molte istituzioni simili, si sono avvertite ripercussioni di quel tumulto nazionale. Al culmine della crisi a luglio, il governo aveva ordinato la chiusura di tutti i college e le università e aveva bloccato Internet. Pertanto, le lezioni alla Notre Dame University sono state sospese. Ma, quando il nuovo governo di Muhammad Yunus ha dichiarato la fine di queste chiusure scolastiche, l'Università aprì le sue porte e riprese le sue attività accademiche". Dato che il nuovo movimento giovanile aveva l'epicentro nella vicina Università di Dhaka, non sorprende che la Notre Dame University sia stata contagiata. Un raduno di studenti nell'auditorium dell'università ha prodotto un elenco di "richieste" da sottoporre alla dirigenza dell'ateneo ovvero ai padri della Santa Croce.
Ricorda il religioso: "La situazione era senza precedenti. Si è riunito il Consiglio di amministrazione, convocato dal presidente, p. George K. Rozario, CSC. Le richieste degli studenti per la maggior parte si riferivano a clausole nel codice di condotta o raccomandazioni costruttive. Ad esempio, il codice di condotta proibiva di organizzare nel campus feste private e vietava gli strumenti musicali. Queste e altre indicazioni sono state cambiate, e sono state accolte le critiche sulla mancanza di spazio adeguato per le attività extracurriculari".
L'Università ha disposto aggiustamenti e cambiamenti. "Una richiesta particolare - prosegue padre Gaffney - meritava una riflessione speciale. Riguardava la rimozione del 'Proctor' dell'Università, ovvero l'ufficiale responsabile della disciplina, dell'ordine e della sicurezza. La persona che ricopriva questa carica era un sacerdote della Santa Croce, avvocato e docente alla Facoltà di giurisprudenza". Dopo diverse consultazioni, per evitare di innescare una conflittualità con gli studenti, l'amministrazione dell'Università ha voluto soddisfare la "richiesta" accettando le dimissioni di quel religioso, sostituendolo con un altro insegnante dell'Università.
In tal modo, sono riprese le lezioni e la vita accademica . "A posteriori, questo raduno inaspettato e non programmato di giovani possiamo dire che riflette un segno di preoccupazione responsabile verso l'Università. Inoltre si riconosce lo sforzo di fornire un'istruzione 'a misura di studente'. L'Università stessa ha avuto l'opportunità per disporre dei miglioramenti e può guardare indietro con serenità a quel passaggio delicato".
L'ateneo cattolico, cioè, ha voluto ascoltare e assorbire la protesta spontanea e "anarchica" degli studenti, cogliendo l'occasione per attuare un miglioramento generale dell'ambiente di studio e della relazione tra allievi e istituzione, tra allievi e docenti. In tale quadro, nella nuova situazione creatasi. intrisa di un rapporto collaborativo e proficuo, l'Università ha appena annunciato l'apertura di un nuovo dipartimento di Microbiologia, che ha accolto il primo gruppo di studenti nel programma quadriennale di formazione per la laurea.
(PA) (Agenzia Fides 25/11/2024)