VATICANO/ANGELUS - Conflitto in Myanmar, l'appello del Papa: A tutte le parti coinvolte chiedo di far tacere le armi

domenica, 24 novembre 2024

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "A tutte le parti coinvolte rivolgo un accorato appello affinché tacciano le armi, si apra un dialogo sincero, inclusivo, in grado di assicurare una pace duratura". Sono le parole che Papa Francesco rivolge col pensiero rivolto al Myanmar al termine dell'Angelus.

Affacciato su una piazza San Pietro in una giornata fredda ma piena di sole, il Pontefice ha ricordato che domani, 25 novembre, si commemora l’anniversario del primo sciopero degli universitari avvenuto nel 1920. Una protesta, ha sottolineato il Vescovo di Roma, "che avviò il Paese verso l’indipendenza e nella prospettiva di una stagione pacifica e democratica che ancora oggi fatica a realizzarsi".

"Esprimo la mia vicinanza all’intera popolazione del Myanmar, in particolare per quanti soffrono per i combattimenti in corso, soprattutto i più vulnerabili: bambini, anziani, malati, rifugiati, tra i quali i Rohingya", le parole del Papa.

Prima della benedizione, il Pontefice, commentando il brano odierno del Vangelo (cfr. Gv 18,33-37), ovvero Gesù davanti a Ponzio Pilato, ha analizzato il breve dialogo che avvenne tra i due soffermandosi su due parole in particolare che "si trasformano, acquistando un senso nuovo", cioè la parola “re” e la parola “mondo”.

Ragionando da funzionario dell’impero, Pilato "vuole capire se l’uomo che ha di fronte costituisca una minaccia. Gesù, ha sottolineato il Papa, "afferma di essere re, sì, ma in ben altro modo! Gesù è re in quanto è testimone: è Colui che dice la verità. Il potere regale di Gesù, Verbo incarnato, sta nella sua parola vera ed efficace, che trasforma il mondo".

Ma il “mondo” di Ponzio Pilato, ha continuato il Vescovo di Roma, "è quello dove il forte vince sul debole, il ricco sul povero, il violento sul mite. Un mondo che purtroppo conosciamo bene". Al contrario, nel mondo di cui Gesù è re "riscatta la creazione rovinata dal male con la forza dell’amore divino che libera e perdona, che dona pace e giustizia".

Da qui l'invito finale a riflettere su sé stessi: "Proviamo a chiederci: posso dire che Gesù è il mio 're'? In che senso? La sua Parola è la mia guida, la mia certezza? Vedo in Lui il volto misericordioso di Dio che sempre perdona? Preghiamo insieme Maria, ancella del Signore, mentre attendiamo con speranza il Regno di Dio". (F.B.) (Agenzia Fides 24/11/2024)


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