Accra (Agenzia Fides) – Miniere illegali inquinanti fiumi e falde acquifere e rifiuti di plastica. Sono questi i due maggiori volti della questione ambientale in Ghana. Un problema al quale si sta cercando di dare una risposta anche a livello accademico con la creazione dell’University of Environment and Sustainable Development (Università dell'Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile UESD) a Somanya, nella Regione Orientale del Paese. L’ateneo è stato creato con un decreto presidenziale nel 2015 ed è stato inaugurato nel 2020. La sua missione è di “produrre laureati dotati di conoscenze e competenze rilevanti per essere agenti di cambiamento nell'ambiente e nello sviluppo sostenibile”.
Qui si è recato in visita pastorale Joseph Kwaku Afrifah-Agyekum, Vescovo di Koforidua, che ha rivolto un appello agli elettori a chiedere solide politiche di protezione ambientale ai partiti politici mentre si avvia la stagione elettorale, in vista delle elezioni generali (presidenziali e parlamentari) del 7 dicembre.
“La campagna elettorale è iniziata. Se ne avrò l’opportunità, chiederò ai candidati quali siano le loro politiche ambientali sostenibili” ha affermato Mons. Afrifah-Agyekum.
Le attività mineraria legali e soprattutto illegali, sotto forma di miniere d’oro artigianali, hanno un forte impatto sull’ambiente e sulle popolazioni del Ghana. Fiumi e fonti d’acqua sono contaminate da mercurio e arsenico utilizzati per separare l’oro dai sedimenti rocciosi, e da altri metalli pesanti come cadmio e manganese. Non a caso Mons. Afrifah-Agyekum ha affermato: “Come Akyem, eravamo soliti dire: ‘Akyemkwa onum birem nsuo’, nel senso che bevevamo dal fiume Birim. Possiamo dirlo ancora adesso?”.
Inoltre le attività minerarie hanno ridotto la superficie agricola. Secondo uno studio dell’Università ghaniana di Tarkwa pubblicato nel 2017 “l'uso dei terreni agricoli è diminuito di 661,54 ettari tra il 1986 e il 2006, pari a una riduzione del 15,45%. Ciò è dovuto alla conversione di 325,83 ettari per attività minerarie (pozzi minerari e discariche di rifiuti minerari) e 335,71 ettari ad altri usi del suolo, compresi insediamenti e strade per facilitare le attività minerarie”.
L’altro grave problema ambientale che deve affrontare il Ghana è quello della dispersione di rifiuti di plastica nell’ambiente. Secondo uno studio delle Nazioni Unite in Ghana, “solo il 5% degli 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica generati ogni anno viene riciclato. L’inquinamento (compreso quello dovuto alla plastica monouso) è dilagante. La plastica monouso potrebbe resistere migliaia di anni a decomporsi ed è dannosa per gli ecosistemi, ma è ampiamente utilizzata in Ghana, spesso a causa del suo basso costo”. (L.M.) (Agenzia Fides 8/5/2024)
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