Santa Cruz (Agenzia Fides) – “I Pastori della Chiesa cattolica di Santa Cruz sono solidali e fanno eco al grido della gente che chiede che, una volta per tutte, il problema sia risolto e che la Città e il Dipartimento possano riprendere immediatamente le attività, il lavoro e la vita quotidiana”. E’ l’ultimo appello lanciato dai Vescovi per sbloccare la situazione. Da 34 giorni infatti il Dipartimento di Santa Cruz, il più grande e importante dal punto di vista economico di tutta la Bolivia, sta attuando uno sciopero generale con blocchi stradali per chiedere al governo di effettuare il Censimento della popolazione nel 2023 anziché nel 2024, in quanto il rinvio causerebbe alla regione danni economici e di rappresentanza politica alle prossime elezioni.
Lo sciopero ha innescato una serie di scontri, anche violenti, tra favorevoli e contrari, che hanno assunto connotazione politica tra sostenitori e oppositori del governo, e si sono estesi ad altre città della Bolivia. I Vescovi, i religiosi e i laici si sono espressi più volte chiedendo la fine delle violenze tra fratelli, la sospensione dei blocchi stradali che colpiscono soprattutto le fasce più deboli e la soluzione del problema da parte delle autorità competenti, lasciando da parte ogni interesse personale, di partito o di settore, guardando al bene comune e al servizio per cui sono stati eletti (vedi Fides 28/10/2022;4/11/2022;18/11/2022).
Secondo le ultime notizie raccolte da Fides, i leader di Santa Cruz hanno accettato che il censimento della popolazione sia effettuato nel 2024, dal momento che la loro proposta di realizzarlo nel 2023 non è più tecnicamente percorribile, e hanno comunque confermato lo sciopero regionale in attesa che venga approvata dal Parlamento una legge sul censimento. L’annuncio è stato dato, in una dichiarazione congiunta, dal governatore di Santa Cruz, Luis Fernando Camacho; dal Vicepresidente del Comitato civico regionale, Stello Cochamanidis, e dal rettore dell'Università autonoma statale Gabriel René Moreno (Uagrm), Vicente Cuéllar.
I Vescovi di Santa Cruz de la Sierra hanno quindi lanciato un nuovo appello, intitolato significativamente “La pace sia con voi” (cfr Gv 20,19), in cui sottolineano che il prolungamento dello sciopero generale e dei blocchi nel Dipartimento, oltre a recare un grave danno ai cittadini, alle istituzioni, al mondo educativo, sanitario, lavorativo e sociale nella loro vita quotidiana, “rappresenta un grande sacrificio e causa particolare sofferenza e dolore ai poveri, ai malati, agli anziani soli, ai lavoratori occasionali e agli innumerevoli fratelli e sorelle vulnerabili e bisognosi”.
Pur apprezzando lo spirito di coraggio e di amore per questa terra con cui si sta sviluppando la protesta per il problema del censimento, i Vescovi sottolineano tuttavia che “questa situazione diventa sempre più insopportabile e rischia di diventare rivolta, con conseguenze imprevedibili, a causa dell'indifferenza e della mancanza di risposta da parte delle autorità e delle istituzioni statali”.
I Vescovi di Santa Cruz concludono il loro messaggio, che porta la data del 24 novembre 2022, invocando la “Mamita de Cotoca”, Patrona di Santa Cruz e dell'Oriente boliviano, affinché “tocchi il cuore delle autorità e di tutti i cittadini, si lascino atteggiamenti violenti e conflittuali, si lavori per il bene comune e non per interessi particolari, si cerchi ciò che ci unisce e tutti possiamo vivere come fratelli e in pace”.
(SL) (Agenzia Fides 25/11/2022)