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Roma (Agenzia Fides) - Gesù “ha fatto la Chiesa con pastori, non con le guide politiche. Ha fatto la Chiesa con gente ignorante, i dodici erano uno più ignorante dell’altro, e la Chiesa è andata avanti”. E i pastori “devono andare avanti, ma se hanno perso l’odore delle pecore e le pecore hanno perso l’odore dei pastori, non si va avanti”. Lo ha detto Papa Francesco, nel corso della conversazione coi giornalisti svoltasi giovedì 15 settembre sul volo che Nur-Sultan lo riportava a Roma, alla fine della visita apostolica in Kazakhstan.
Al giornalista tedesco che ha posto una domanda su cosa fare davanti ai processi che in Germania e in molti Paesi d’Europa stanno allontanando i giovani dalle Chiese, il Vescovo di Roma ha fatto notare che “Quando una Chiesa, qualsiasi essa sia, in qualche Paese o in un settore, pensa più ai soldi, allo sviluppo, ai piani pastorali e non alla pastorale, e si va da quella parte, questo non attira la gente”. La priorità – ha rimarcato il Papa – è quella di essere coerenti con la propria fede e “se tu sei un vescovo o un prete che non sei coerente, i giovani hanno il fiuto… e allora ciao!” Il Pontefice ha indirettamente risposto a tutte le teorie che puntano su strategie astratte di “modernizzazione” per ridare fecondità all’opera apostolica e arginare i processi di secolarizzazione: “A volte – ha detto il Papa - si pensa come rinnovare, come fare più moderna la pastorale: questo va bene, ma sempre che sia nelle mani di un pastore. Se la pastorale è nelle mani degli ‘scienziati’ della pastorale, che opinano qui e dicono che cosa si deve fare lì (…) Io ha aggiunto - mi domando: il pastore è in contatto, è vicino al gregge? Questo gregge ha un pastore? Il problema sono i pastori”. Nella sua risposta, il Pontefice ha anche suggerito “di leggere il commento di sant'Agostino sui pastori (Discorso 46, ndr), si legge in un'ora ma è una delle cose più sagge che sono state scritte per i pastori e con questo tu puoi qualificare questo o quest’altro pastore. Non si tratta di modernizzare: certo ci si deve aggiornare con i metodi, questo è vero, ma se manca il cuore del pastore non funziona nessuna pastorale. Nessuna”.
Durante la conversazione coi giornalisti, Papa Francesco ha risposto indirettamente a chi si ostina a attribuire valenze relativiste e sincretiste alle iniziative e agli incontri interreligiose, come lo stesso VII Congresso dei Capi delle religioni mondiali e tradizionali, svoltosi in Kazakhstan con la partecipazione dello stesso Pontefice. “Qualcuno” ha detto il Vescovo di Roma “criticava e mi dicevano: questo è fomentare, far crescere il relativismo. Niente relativismo! Ognuno ha detto la sua, tutti rispettavano la posizione dell’altro, ma si dialoga come fratelli. Perché se non c’è dialogo c’è o ignoranza o guerra. Meglio vivere come fratelli, abbiamo una cosa in comune, siamo umani tutti. Viviamo come umani, bene educati: tu che pensi, io che penso? Mettiamoci d’accordo, parliamo, conosciamoci. Tante volte queste guerre malintese ‘di religione’ vengono per mancanza di conoscenza. E questo non è relativismo, io non rinuncio alla mia fede se parlo con la fede di un altro, anzi. Io faccio onore alla mia fede perché la ascolta un altro, e io ascolto la sua”.
Nel corso della conversazione con i giornalisti, il Pontefice ha anche fatto riferimento al processo di dialogo in corso tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese. “C’è una commissione bilaterale vaticano-cinese” ha detto tra l’altro Papa Francesco “che sta andando bene, lentamente”, anche perché “il ritmo cinese è lento, loro hanno un’eternità per andare avanti: è un popolo di una pazienza infinita”. Il Papa ha fatto riferimento anche alle esperienze passate dei “missionari italiani che sono andati lì e che sono stati rispettati come scienziati”, accennando anche alle vicende attuali di “tanti sacerdoti o gente credente che è stata chiamata dall’università cinese perché questo dà valore alla cultura”, ribadendo che la commissione di dialogo tra Pechino e Santa Sede “sta andando bene, la presiede il cardinale Parolin e lui in questo momento è l’uomo che più conosce della Cina e il dialogo cinese”. (GV) (Agenzia Fides16/9/2022)