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Panama (Agenzia Fides) – “La Chiesa cattolica accetta la richiesta di mediare nella situazione che il Paese sta vivendo": lo ha comunicato l’Arcivescovo di Panama, Monsignor José Domingo Ulloa, attraverso un videomessaggio. Secondo le informazioni raccolte da Fides, da 8 giorni Panama è paralizzata da uno sciopero che, partito dagli insegnanti, si è poi esteso a tutti gli altri settori della società, compresi studenti e indigeni. Il motivo della protesta è l’aumento esorbitante dei prezzi dei beni di prima necessità, compresi i medicinali, l’elettricità e soprattutto il carburante. I rincari stabiliti dal governo sono stati necessari per contenere l’inflazione. Le proteste hanno visto cortei e manifestazioni, che in alcuni casi hanno provocato scontri con le forze di polizia.
L’Arcivescovo sottolinea che, all'appello fatto dall'Esecutivo “a fare da ponte per trovare una soluzione – inclusiva e partecipativa – alla situazione che il Paese sta vivendo”, la Chiesa cattolica risponde “accettando l'invito ad essere mediatrice nella costruzione del consenso necessario per la convivenza pacifica". Monsignor Ulloa ha chiesto "a tutti coloro che sono chiamati a questo dialogo, di darci una opportunità di prendere le decisioni appropriate per il bene comune". "Le persone meritano onestà, coerenza e rispetto da parte di tutti, senza posizioni rigide o precondizioni che impediscano il dialogo" ha sottolineato, rilevando il contributo anche degli esperti in mediazione della Pastorale Sociale-Caritas e dell'Università Cattolica Santa María la Antigua. "Affidiamo a Santa María la Antigua, la buona Madre e patrona di Panama, questo dialogo perché non sia una discussione o un dibattito di idee, ma un veicolo per la ricerca del bene comune", ha concluso.
Al termine della loro prima Assemblea plenaria dell’anno, tenuta dal 10 al 14 gennaio, i Vescovi panamensi avevano evidenziato i problemi della società: divisione, polarizzazione, intrighi, disinformazione, ingiustizie, corruzione, traffico di droga, violenza… Avevano quindi invitato le istituzioni a riguadagnare la fiducia della popolazione mettendo al centro la persona e il bene comune, attraverso un processo di rinnovamento che coinvolga tutte le realtà (vedi Fides 17/1/2022).
Solo pochi giorni fa (vedi Fides 11/07/2022), a conclusione della loro seconda Assemblea, i Vescovi sono tornati a evidenziare la loro preoccupazione per la situazione sociale. Rispettando il diritto alla protesta sociale, osservavano, “tutti dobbiamo lavorare alla ricerca di un paese migliore, ancora di più adesso che stiamo uscendo dalla pandemia” che ha lasciato lacrime e dolore, oltre a conseguenze economiche e sull’istruzione dei giovani. Facevano quindi appello al governo, alle organizzazioni sociali e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, “per cercare insieme soluzioni al momento storico che stiamo vivendo”, per costruire un paese “guidato da uno sviluppo umano giusto, equo e sostenibile per tutti i suoi cittadini”.
(SL) (Agenzia Fides 14/07/2022)