Port Moresby (Agenzia Fides) – “Non riteniamo opportuno apportare modifiche alla Costituzione per dire espressamente che la Papua Nuova Guinea è una ‘nazione cristiana’”. I Vescovi della Conferenza episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone hanno risposto così alla recente proposta di modifica della Costituzione.
“La Chiesa cattolica ha lavorato e lavora per promuovere la fede, i principi, i valori e le pratiche cristiane in ogni provincia del Paese, sia prima che dopo l'adozione della Costituzione – scrivono i Vescovi nella nota pervenuta all’Agenzia Fides -. La libertà religiosa non è negoziabile. Noi facciamo tesoro della nostra fede e la promuoviamo. È improprio che il governo spinga le persone, in modo diretto o indiretto, ad adottare credenze, valori o pratiche religiose.”
“Imponendo l’adozione dei valori cristiani – si legge - si violano vari articoli della stessa Costituzione. Nel suo preambolo, il documento si impegna già a salvaguardare e trasmettere i principi cristiani. Il governo non deve interferire nel nostro credo religioso o in quello degli altri. Il cristianesimo in Papua Nuova Guinea è costituito da una varietà di gruppi, e nella Costituzione, ispirata da buoni leader cristiani, sono forti i valori già presenti. E’ nostro dovere cristiano assicurarci che queste leggi vengano applicate.”
Il documento, che porta la firma di Mons. Anton Bal, Arcivescovo di Madang e Presidente della Conferenza episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone, conclude con la proposta di una dichiarazione pubblica di rinnovato impegno cristiano, promossa dalle Chiese in collaborazione con il Parlamento e il governo nel Giorno dell'Indipendenza, il 16 settembre di ogni anno. “Suggeriamo di riprendere qualsiasi ulteriore discussione e decisione in merito solo dopo le elezioni generali del 2022, per evitare qualsiasi inconveniente o incomprensione”.
(AP) (Agenzia Fides 22/5/2021)