Roma (Agenzia Fides)- La Repubblica dello Zimbabwe ha una superficie di 390.759 kmq ed una popolazione di circa 13 milioni di abitanti, di cui il 65% vive in zone rurali. Il 40% ha meno di 18 anni di età.
Lo Zimbabwe, ex colonia britannica, è diventato indipendente nel 1965 con il nome di Rhodesia, governata da una elite formata da proprietari terrieri di origine europea. Dopo anni di lotta, nel 1980 si tengono libere elezioni che vedono la vittoria del leader della maggioranza africana, Robert Mugabe. Il Paese assume il nome di Zimbabwe, che significa in lingua shona “case di pietra”, a indicare le rovine di fortezze che costellano il territorio, resti dell’antica civiltà mineraria che fiorì nella zona.
Il Presidente Mugabe, leader dell’Unione Nazionale Africana Fronte Patriottico (ZANU -PF), ha vinto le elezioni parlamentari del 2002 ottenendo una risicata maggioranza, 62 seggi contro 57 del Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), il principale partito di opposizione.
Di fronte al risultato elettorale, il Presidente Mugabe ha deciso un forte controllo della popolazione attraverso il “Public Order and Security Bill” che impedisce gli incontri di massa e il diritto di sciopero. Secondo diverse organizzazioni internazionali, le forze di sicurezza dello Zimbabwe fanno ricorso a minacce, torture e assassini per indebolire l’opposizione.
Per le elezioni parlamentari del 31 marzo 2005 è stata costituita una commissione indipendente per controllare il processo elettorale. La consultazione ha visto l’affermazione del partito del Presidente, che ha ottenuto 78 dei 120 seggi disponibili, mentre l’opposizione ne ha ottenuti 41, con una perdita di 16 seggi rispetto al 2002.
La crisi agraria: nel febbraio 2000 il presidente Robert Mugabe lancia una riforma agraria accelerata, per la distribuzione delle terre dei 4.500 coloni europei a favore della maggioranza africana della popolazione. Mugabe si era disinteressato per 2 decenni al problema fondiario lasciando che i proprietari di origine europea (l’1% dei 12,5 milioni di abitanti del paese) detenessero, a 20 anni dall’indipendenza, il 70% delle terre più fertili del paese. L’esproprio delle terre, condotto con metodi violenti, ha causato una profonda crisi tra il governo dello Zimbabwe e quelli occidentali e ha determinato una gravissima crisi economica ed alimentare nel Paese.
Popolazione. La maggioranza della popolazione appartiene all’etnia degli Shona (76%) mentre il restante 18% sono Ndebele. Tra le due etnie ci sono state tensioni che sono andate gradualmente diminuendo. Gli Ndebele si sentono però ancora discriminati per quel che riguarda il posto di lavoro. A livello politico, il 95% del personale di governo è shona. Nell’attuale crisi sociale e politica le tensioni tra le due etnie potrebbero riaccendersi.
Chiesa cattolica. I primi contatti con i cattolici risalgono al 1560 quando P. Gonzalo de Silveira battezza il Sovrano del regno Mutapa, Monomotapa. Nel 1879 Propaganda Fide erige la “Zambesi Mission” affidandola alla Compagnia di Gesù. Attualmente la Chiesa cattolica conta 2 Arcidiocesi Metropolitane (Harare e Bulawayo) e 6 Diocesi (Chinhoyi, Gokwe, Mutare, Gweru, Hwange e Masvingo). I cattolici sono 1milione 490mila assistiti da 180 sacerdoti diocesani e 453 sacerdoti religiosi. I religiosi non sacerdoti (locali e missionari) sono 112 e le religiose (locali e missionarie) 1.138. I seminaristi sono 246 e i catechisti 2.827. (L.M.) (Agenzia Fides 30/6/2005 righe 44 parole 533)