Antananarivo (Agenzia Fides)- Il Madagascar, chiamato la “Grande Isola”, ha una superficie di 617.249 kmq ed una popolazione di oltre 16 milioni di abitanti, appartenenti a diverse etnie con differenti costumi e tradizioni. Tutti parlano il malgascio, la lingua ufficiale del Paese, al quale si affianca il francese.
Storia. Dopo l’indipendenza nel 1960, il Madagascar ha conosciuto momenti d’instabilità con una storia politica alquanto tormentata. Il Paese ha sperimentato per oltre 20 anni un regime marxista leninista guidato prima dal generale Gabriel Ramanantsoa e poi dall’ammiraglio Didier Ratsiraka. Agli inizia degli anni ’90, dopo il ritorno della democrazia, Ratsiraka, che era stato sconfitto nelle elezione del 1992, venne eletto Presidente nel 1997. Le elezioni presidenziali del 2002 diedero origine a un grave scontro tra Ratsiraka e l’attuale Presidente, Marc Ravalomanana, Ravalomanana, all’epoca sindaco di Antananarivo, sosteneva di aver vinto al primo turno con la maggioranza assoluta (50% più uno) le elezioni presidenziali, senza la necessità di procedere a un secondo turno, e accusava il presidente uscente, Didier Ratsiraka, di aver manipolato il voto. I risultanti ufficiali assegnavano il 46,21% dei voti a Ravalomanana, contro il 40,89% di Ratsiraka. Ne seguì un periodo turbolento, durante il quale i governatori di 6 province proclamarono l’indipendenza professando la loro fedeltà all’ex Presidente, che si era ritirato a Toamasina, città considerata come un suo feudo personale. Lo scontro venne poi risolto nell’estate del 2002, con la proclamazione della vittoria di Ravalomanana.
Situazione sociale ed economica. Il Madagascar è un paese povero: secondo statistiche recenti il 75% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà assoluta. Si tratta di un paradosso perché l’isola dispone di suolo fertile, di un buon clima e diverse risorse agricole, tra le quali caffè, vaniglia, garofano, tabacco, arachidi, piante tessili (sisal, rafia, paka), legni pregiati (mogano, palissandro, ebano), e minerali: oro, ametiste, topazi, berilli, quarzi, mica e graffite. Negli ultimi anni si è sviluppato anche il settore del turismo.
La crisi economica che dura da tempo e la destabilizzazione dell’apparato amministrativo ed economico rendono sempre più difficile la vita quotidiana della popolazione. La grave disoccupazione e l’impoverimento generalizzato della popolazione determinano gravi tensioni sociali, sfociate anche in alcuni episodi violenti, come gli attentati con bombe contro alcuni edifici governativi.
Situazione della Chiesa. I primi tentativi di evangelizzazione risalgono al XVI secolo. Nel 1580 arrivano infatti i Padri Domenicani seguiti dai Gesuiti nel 1610. Dopo l’uccisione dei missionari e l’interdizione del cattolicesimo, la Chiesa si stabilisce ad Antananarivo, la capitale, e comincia a organizzarsi nel 1861. Nel 1896 viene retto il Vicariato Apostolico del Madagascar Sud.
Su 16 milioni di malgasci, 3 milioni e 600mila sono cattolici (il 19% circa della popolazione). Il personale ecclesiastico è composto da 533 sacerdoti diocesani, di cui 10 fidei donum, 595 sacerdoti religiosi e missionari, 608 fratelli e 3.293 religiose. La presenza cristiana non è uniforme in tutte le regioni. Nell’Altopiano raggiunge il 60-80%, mentre scende dal 20 al 5% nelle regioni periferiche.
L’insieme della chiese cristiane (circa 40% della popolazione) formano una prestigiosa federazione (Consiglio delle Chiese Cristiane FFKM) alla quale aderiscono cattolici, anglicani, riformatori e luterani. Nella crisi politica del 2002 le fedi cristiane hanno dato prova di unità e di spirito ecumenico per cercare di risolvere la situazione pacificamente e lavorare per il bene comune.
La maggioranza della popolazione (52% circa) aderisce alle religioni tradizionali mentre l’islam rappresenta circa il 5% dei malgasci. (L.M.) (Agenzia Fides 20/6/2005 righe 49 parole 573)