OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Bambini di oggi, i nostri custodi di domani

lunedì, 16 dicembre 2019

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Bereina (Agenzia Fides) - “Bambini, cosa vi piacerebbe fare oggi? E’ stato divertente porre questa domanda ai nostri studenti della Jesus Good Shepherd Primary school appena dopo il momento dell’alzabandiera e della preghiera, per celebrare i diritti dell’infanzia”, ha raccontato all’Agenzia Fides Suor Giovanna Bordin, missionaria della Fraternità Cavanis, Gesù Buon Pastore, a Bereina. Nelle scorse settimane a Bereina si è celebrata la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York nel 1989.
Continua suor Giovanna: “Le risposte dei nostri bambini non si sono fatte aspettare: giocare; danzare; mangiare dolci; guardare un film. E’ stata una bella giornata che ci ha dato la possibilità di fare qualcosa di speciale per i nostri bambini, di metterli al centro e di incoraggiarli nel loro impegno scolastico. Purtroppo molto spesso qui in Papua Nuova Guinea i diritti dei piccoli sono scritti solo sulla carta e non rispettati nella realtà quotidiana”.
A confermare la tragica situazione è un rapporto diffuso da un gruppo di Ong “Save the Children”, “Child Fund”, “Plan International” e “World Vision”, che ha svelato l’endemica diffusione della violenza domestica e minorile in Papua Nuova Guinea. Il rapporto evidenzia che in Papua Nuova Guinea il 75,7% dei bambini subisce metodi violenti per tenere la disciplina in casa. Il 70% dei bambini intervistati ha dichiarato di avere paura a vivere nella propria comunità, dove non si sente al sicuro. Il 24% delle adolescenti tra i 15 e i 19 anni ha subito una violenza fisica e il 10% una violenza sessuale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che le violenze sono quasi sempre attuate o subite da persone che le hanno a loro volta sofferte quando erano giovani. “Le donne hanno maggiori probabilità di subire violenze da parte del partner se hanno una scarsa istruzione, se le loro madri sono state abusate, se hanno subito abusi nell’infanzia. Il rischio di violenza va di pari passo con l’accettazione della violenza”, nota la religiosa.
“Dietro questi numeri – prosegue suor Giovanna - ci sono i volti che bussano alle porte della missione, carichi di rabbia e aggressività, ma anche vedendo la Chiesa e i missionari come una fonte di speranza e di guarigione”. Commentando il Rapporto delle Ong, la missionaria mette in evidenza alcune delle radici della violenza domestica nei Paesi del Pacifico. “La prima è il concetto di famiglia, che è piuttosto esteso, per cui spesso un villaggio è una famiglia. Questo implica che il 22% dei bambini sono ‘adottati’ informalmente da qualcuno che appartiene a questa famiglia estesa. Se da una parte questa è una forma di aiuto reciproco nella cura dei figli, dall’altra non si può negare che sono diversi i casi in cui questa adozione si trasforma in sfruttamento, mancanza di cura e abuso. Inoltre nelle società del Pacifico, lo status sociale viene con l’età, quindi i bambini non contano: ci si aspetta che contribuiscano all’economia familiare e rispettino gli standard tradizionali di comportamento.
La seconda radice della diffusa violenza è il fatto che comportamenti violenti sono così comuni che sono considerati ‘normali’. Quindi, sia donne che bambini, non sentono la spinta a chiedere aiuto. Anche la diffusa mentalità che considera le donne inferiori contribuisce a normalizzare la violenza contro di loro e contro i bambini. Studi dimostrano che quando in una famiglia c’è un certo tipo di violenza, si verificano anche altri tipi di abuso: ad esempio è frequente che un marito che picchia la moglie abusi anche verso i bambini. La terza radice della diffusa violenza è la povertà, insieme a forme di instabilità all’interno della famiglia. Un recente rapporto dell’Unicef sottolinea come, in situazioni di difficoltà economica, i bambini sono spinti a lavorare e gli adulti, cadendo in abuso di alcool e droga, non assolvono al loro compito di prendersi cura dei bambini”.
Suor Giovanna conclude esortando a “pregare assieme affinchè la violenza e l’abuso, l’ignoranza e la trascuratezza nei confronti dei bambini diventino sempre più una priorità per tutti noi adulti, tenendo ben presenti, come il tema 2019 di questa giornata recita, i bambini di oggi saranno i nostri custodi di domani.”
(GB/AP) (16/12/2019 Agenzia Fides)


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