Città del Messico (Agenzia Fides) - "Siamo impegnati affinché, mediante il Piano pastorale nazionale, e proiettati verso la ricorrenza del 2031 (i 500 anni delle apparizioni), la Madonna di Guadalupe passi dal cuore e dalla mente dei messicani alla loro vita quotidiana, che possa diventare realmente evangelica". Lo dichiara don José Ayala, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Messico, in un colloquio con l'Agenzia Fides, parlando di come la Vergine di Guadalupe possa ispirare oggi l'opera missionaria nei fedeli.
Sebbene non ci sia "una sola parrocchia in Messico senza una sua immagine, non si è fatto ancora abbastanza affinché la dimensione missionaria di Guadalupe venga messa in maggiore evidenza" rileva. Anche per questo, nel Piano pastorale nazionale, l'Episcopato messicano ha voluto riproporre il "metodo missionario guadalupano" col quale la Madonna volle "predisporre la strada affinché i suoi figli aprissero il cuore a Cristo e trovassero vie di riconciliazione e perdono mediante l'umile rispetto per le persone, la tenerezza, la predilezione per i più umili e poveri, attraverso l'atto di assumere le cose buone della cultura e delle persone e di farsi abitanti di questa terra e all'efficacia della sua carità".
Uno degli assi su cui si sta lavorando, spiega don Ayala, è riprogrammare i media cattolici "per una missione permanente che si faccia eco del suo messaggio". Riassume così, il Direttore delle POM, l'efficacia dell'azione missionaria della Madonna di Guadalupe: "Quando Juan Diego spiega alla 'Signora' l'impossibilità di esaudire la sua richiesta per via della gravissima malattia dello zio, del quale si stava occupando, la Madonna risponde: Non sono forse qui io, che sono tua madre?. La madre era una figura molto importante per il popolo e per la cultura indigena. Insostituibile, superiore al padre per dignità. Per le donne e per le madri in particolare, 'la Morenita' è ancora un riferimento forte. Anche per questo vengono così tanti suoi figli a ringraziarla o a chiederle grazie: è la loro madre amata. Durante la sua storia spesso dolorosa - aggiunge il sacerdote - il popolo ha sempre trovato forza, speranza e sostegno in Lei".
"La Madonna di Guadalupe può essere icona e paradigma della nuova tappa politica del paese", scrive il settimanale "Desde la fe" dell'Arcidiocesi di Città del Messico in un editoriale pervenuto all'Agenzia Fides. Il Messico è infatti in un momento cruciale: inizia un nuovo sessennio di governo, mentre il paese ha raggiunto livelli record di violenza e corruzione. È da record anche la partecipazione dei pellegrini alle celebrazioni mariane: dal 9 dicembre (festa liturgica di san Juan Diego, a cui nel 1531 apparve la Madre di Dio) fino al 12 dicembre (festa della Vergine di Guadalupe), oltre otto milioni di fedeli l'hanno visitata.
"La sua azione conciliatrice per propiziare, per mezzo di Juan Diego, l'unione di un popolo nascente - continua il testo - è uno stimolo affinché possiamo trovare una strada buona per tutti, nonostante le differenze". Fu infatti la conversione in massa di nove milioni di aztechi, avvenuta nei sei anni seguenti l'apparizione della Vergine all'indio Juan Diego, a permettere la formazione di un unico popolo cattolico e "guadalupano", composto da indigeni, spagnoli, meticci e afro-messicani. Ciò avvenne perché la Madonna si fece conoscere agli aztechi con un linguaggio a loro comprensibile, attraverso l'immagine impressa nel mantello di Diego. Mediante una precisa simbologia si mostrò meticcia, Vergine, Madre del Creatore (sebbene non divina) e dell'umanità, superiore a sole, luna e stelle (venerati dagli aztechi), eppure umile e non dominatrice. Oggi, la Chiesa messicana cerca di trasformare uno dei fenomeni religiosi più importanti del pianeta (Guadalupe è il luogo di culto più visitato del mondo dopo la basilica di San Pietro) in un'opportunità missionaria. (SM) (Agenzia Fides 13/12/2018)