Il Messaggio del Sinodo: la sfida è testimoniare il Vangelo della speranza

venerdì, 15 aprile 2005

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - La speranza è possibile anche oggi, per tutti: Dio vuole che ognuno possa essere felice. E’ questa la certezza che esprime il Messaggio conclusivo della seconda Assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi. La profonda esperienza di fede e di carità vissuta, durante la quale i padri sinodali hanno avvertito e gustato la presenza di Gesù Risorto, li porta ad incoraggiare l’Europa del terzo millennio con le stesse parole di Giovanni Paolo II: “Non lasciarti cadere le braccia! Non cedere allo scoraggiamento, non rassegnarti a modi di pensare e di vivere che non hanno futuro…”.
La speranza non è sogno o utopia, ma è Gesù stesso, per questo i suoi segni sono concreti e tangibili. La Chiesa, comunità della speranza, è chiamata a riconoscere i numerosi “segni di speranza” piccoli e grandi, che lo Spirito suscita e alimenta: i martiri di tutte le confessioni cristiane; la santità di uomini e donne che vivono quotidianamente la loro fedeltà al Vangelo; la libertà recuperata delle Chiese dell’Est europeo; l’impegno della Chiesa nel portare avanti la sua missione spirituale; la diffusione di nuovi movimenti e comunità; la rinnovata dedizione al Vangelo e la disponibilità al servizio che nasce in parrocchie, persone consacrate, associazioni laicali, gruppi di preghiera e comunità giovanili; la corresponsabilità di tutti i cristiani nell’unica missione della Chiesa; la crescente presenza della donna nella comunità cristiana; il progredire del cammino ecumenico; lo scambio dei doni tra Chiese dell’Est e dell’Ovest europeo.
Dono e responsabilità, la speranza comporta un coraggioso esame di coscienza su errori ed infedeltà, per rispondere poi con ardore alla vocazione apostolica e missionaria ricevuta con il battesimo. L’impresa della nuova evangelizzazione, che ha per obiettivo il rinnovato incontro dell’Europa con Cristo, chiede di annunciare, celebrare e servire “il Vangelo della speranza”: quindi nuovo impulso all’annuncio in tutte le sue forme (testimonianza, predicazione, catechesi, ricerca teologica, dialogo tra scienza e fede, precisi itinerari catecumenali…); riscoperta del senso del “mistero” (rinnovamento delle celebrazioni liturgiche perché siano segno eloquente della presenza di Cristo; nuovi spazi per il silenzio, la preghiera, la contemplazione; ritorno ai sacramenti); scelta decisa per la carità operosa (accoglienza, amore preferenziale per i poveri, condivisione dei beni, tutela del creato, libertà, giustizia, solidarietà…).
Di fronte alle situazioni drammatiche e inquietanti che travagliano l’Europa, lo sguardo della fede coglie sempre motivi di speranza: la crescente apertura dei popoli, la riconciliazione tra nazioni ostili, l’allargamento del processo unitario all’Est europeo, le collaborazioni e gli scambi sempre più numerosi, il tutto secondo metodi democratici e in un clima di libertà.
I padri Sinodali invitano “ad essere europei convinti, pronti a dare il nostro contributo per l’Europa di oggi e di domani”, e lanciano una serie di appelli a chi ha responsabilità per le sorti del continente: perché vigili sulle violazioni dei diritti umani, la difesa della vita umana e della famiglia; prosegua il cammino dell’integrazione europea e affronti il fenomeno delle migrazioni con giustizia e solidarietà; garantisca un futuro ai giovani; tenga aperta l’Europa a tutti i paesi del mondo; condoni o riduca il debito internazionale dei paesi in via di sviluppo. “Chiesa d’Europa non temere! Il Dio della speranza non ti abbandona. Credi nel suo amore che salva. Spera nella tua misericordia che perdona, rinnova e vivifica". (Agenzia Fides 15/4/2005)


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