Città del Vaticano (Fides) - “Solo in Gesù Cristo, che vive in mezzo a noi, possiamo trovare la forza per vivere come figli di Dio nella sua unica famiglia umana”: con questa affermazione si apre il Messaggio inviato al popolo di Dio a conclusione del Sinodo per l’America. “Abbiamo pregato insieme e abbiamo ascoltato i racconti delle meraviglie e dei bisogni della Chiesa in questo Nuovo
Mondo - scrivono i Vescovi -. Siamo convinti di essere una sola comunità, e benché l’America comprenda molte nazioni, culture e lingue diverse, vi sono tante cose che ci uniscono e molti sono i modi in cui ognuno influisce sulla vita del prossimo… Siamo colmi della gioia che è scaturita dal pregare insieme, dal dialogare e dall’unirci in un saluto comune…”.
Lo “storico incontro” ha permesso di evidenziare gioie, preoccupazioni e sfide della Chiesa in America, che i Vescovi sintetizzano nel loro Messaggio. Motivo di lode e ringraziamento al Signore sono i milioni di uomini e donne cattolici di tutta l’America; le famiglie “fedeli alla loro chiamata cristiana e che educano i propri figli nello spirito del Vangelo”; i laici, gli anziani e gli ammalati che si dedicano in modo particolare alla preghiera; le donne, che hanno ricoperto un “ruolo straordinario” nella storia e nella trasmissione della fede; i bambini e i giovani, desiderosi di costruire un mondo migliore. I padri Sinodali salutano i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi permanenti, i consacrati e le consacrate, i seminaristi e tutti coloro che svolgono nella Chiesa delicati compiti nel settore dell’educazione, della catechesi, della carità, del servizio sociale, della promozione della giustizia e della pace. La Chiesa del continente è benedetta anche per le migliaia di parrocchie “dove si adora il Signore, si proclama la sua Parola e tutti svolgono un servizio amorevole al prossimo”, come per le molte “piccole comunità cristiane di fede” che si moltiplicano, e per i martiri che hanno versato il proprio sangue per Gesù Cristo e per la diffusione del Vangelo in terra americana.
Le preoccupazioni della Chiesa sono in primo luogo per le famiglie, oppresse dalla povertà materiale e ostacolate nei loro tentativi di vivere la vita cristiana; per i giovani i cui ideali sono stati soffocati da un eccessivo consumismo e che non hanno la possibilità di guadagnarsi da vivere; per i bambini di strada, maltrattati, sfruttati e spinti a vivere nel crimine. I Vescovi sono solidali con i migranti, che non sono stati ben accolti nei paesi d’adozione, con le minoranze vittime di pregiudizi, con i popoli aborigeni e indigeni d’America, che tanto hanno sofferto negli ultimi cinque secoli, e con i gruppi di ascendenza africana, i cui antenati sono arrivati in America in catene.
Fra tutte le preoccupazioni espresse durante il Sinodo, “il grido dei poveri è stato ascoltato con particolare attenzione”: nel Nord si accresce il divario tra coloro che vivono nell’abbondanza e quanti hanno solo il minimo necessario, nel Sud la miseria raggiunge livelli inconciliabili con la dignità dell’uomo. Né possono essere taciuti i mali provocati dagli abusi della globalizzazione della cultura e dell’economia mondiale, dal narcotraffico, dal commercio delle armi, dalla corruzione politica ed economica. “Benché il debito estero non rappresenti la causa esclusiva della povertà di molte nazioni in via di sviluppo, non si può negare che esso abbia contribuito a creare condizioni di estrema miseria” affermano i Vescovi, che si uniscono all’appello del Santo Padre “per la riduzione o remissione dei debiti” e chiedono a capi di governo, economisti, operatori sociali, teologi, esperti in materia, di “camminare con loro e con i poveri” alla ricerca di una via che rispetti la dignità umana.
Per rispondere alle sfide della nuova evangelizzazione, i Vescovi esortano tutti i fedeli ad essere “gli evangelizzatori del nuovo millennio” testimoniando la fede con una vita di santità, di carità e di condivisione del Vangelo e impegnandosi a risvegliare nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Gli sforzi missionari vanno adeguatamente sostenuti: il Sinodo ha infatti rievocato l’impegno nell’evangelizzazione delle precedenti generazioni ed ha ribadito che “la nuova evangelizzazione esige uno scambio continuo di doni, attraverso molteplici modalità di collaborazione tra le nostre Chiese locali nella comune opera di condivisione del Vangelo. I sacerdoti e gli altri missionari del Nord continuano ad essere necessari al Sud e altrove. Allo stesso
tempo la Chiesa del Sud ha intensificato i suoi sforzi di inviare missionari al Nord e in altre zone” Questo scambio missionario rappresenta il cuore della nuova evangelizzazione.
La Chiesa è inoltre chiamata a sviluppare l’uso dei mezzi di comunicazione sociale - che esercitano una influenza sempre maggiore nella vita della società creando una nuova cultura - per metterli al servizio del Vangelo: “Dobbiamo imparare a predicare nel nuovo linguaggio al quale tanti si sono abituati attraverso i moderni mezzi di comunicazione sociale” è detto nel Messaggio. Sono molti i luoghi in cui i cristiani sono minacciati o calunniati a causa del Vangelo e della difesa degli oppressi, altrove la secolarizzazione è sempre più aggressiva e vorrebbe mettere a tacere la voce dei credenti: i Vescovi chiedono quindi ai fedeli e agli uomini di buona volontà di unirsi nella difesa del Vangelo della vita, di opporsi ai pregiudizi antireligiosi e di ricercare il bene comune.
I Vescovi concludono con un invito alla speranza: “Non abbiate paura. Il Signore è con voi sulla strada, andategli incontro”. Solo attraverso un incontro personale con Cristo nella sua Parola, nei Sacramenti, nel prossimo, potremo fare nostro l’appello alla comunione che “unirà le Chiese locali del Nord e del Sud in una cooperazione crescente” ed alla “solidarietà, requisito della carità, che oggi va messa in pratica in tutte le relazioni umane”. (Agenzia Fides 12/4/2005)