AMERICA/COLOMBIA - Sei sacerdoti minacciati dalla guerriglia trasferiti per motivi di sicurezza

giovedì, 17 ottobre 2013

Mocoa (Agenzia Fides) – Il Vescovo della diocesi di Mocoa-Sibundoy (Colombia), Sua Ecc. Mons. Luis Alberto Parra Mora, ha confermato la notizia di aver trasferito sei dei suoi sacerdoti minacciati dalla guerriglia, che lavoravano nella zona rurale di Puerto Guzmán e Puerto Leguizamón. La nota inviata all’Agenzia Fides dalla Conferenza Episcopale Colombiana riporta le parole del Vescovo: "Attraverso degli stampati che vengono lasciati nelle parrocchie, si intima di lasciare la regione a tutti i pastori protestanti e ai sacerdoti cattolici, si chiede anche di chiudere tutte le cappelle, di non amministrare i sacramenti e di non predicare. Se vogliono possono restare lì, ma senza compiere alcun atto religioso. Data questa situazione, e per la loro sicurezza, abbiamo deciso di spostare i sacerdoti nella zona di Mocoa, Sibundoy e Puerto Asis".
La situazione di tensione non è nuova (vedi Fides 10/10/2013) ma ora, secondo quanto denuncia Mons. Parra Mora, le minacce sono diventate più frequenti e con una determinazione propria della guerriglia: "In un primo momento non erano minacce dirette, poi a poco a poco, in alcuni villaggi i sacerdoti non sono stati autorizzati nemmeno ad entrare".
Evidentemente la guerriglia considera la Chiesa come un avversario nella formazione e nell’istruzione della popolazione della zona, Mons. Parra Mora ha detto energicamente: "Noi non portiamo la guerra o la violenza, ma invitiamo le famiglie e la popolazione a vivere in comunità, in modo da raggiungere lo sviluppo della zona". Il Vescovo ha anche annunciato che il prossimo 27 ottobre incontrerà i Vescovi delle diocesi vicine per decidere come agire dinanzi a questa situazione creata dalla guerriglia. (CE) (Agenzia Fides, 17/10/2013)


Condividi: