Santa Cruz (Agenzia Fides) – Piena condanna e profondo rammarico per la violenza ma anche critiche e preoccupazioni per la questione del sovraffollamento di detenuti nelle carceri: è quanto hanno espresso oggi i Vescovi boliviani in un comunicato che stigmatizza la violenza esplosa ieri, 23 agosto, nel carcere di Palmasola, nella città di Santa Cruz, che ha portato al tragico esito di oltre 30 morti (fra i quali un bambino) e numerosi feriti. Secondo le ricostruzioni della polizia, si è trattato di una lite fra detenuti che è sfociata nell’incendio di una sezione del carcere, che ospita oltre 5.000 detenuti.
La Chiesa boliviana, in un nota ufficiale inviata a Fides, “condanna la violenza, da qualunque parte provenga e in tutte le sue forme. I boliviani devono perseverare nel dialogo responsabile e nella pratica del perdono e della riconciliazione tra fratelli”, si legge. “Questi eventi – prosegue la nota ufficiale, firmata Mons. Eugenio Scarpellini, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Boliviana – evidenziano ancora una volta la carenza di infrastrutture e il grave sovraffollamento carcerario, che può essere un innesco potente per la violenza e per tragedie come questa”.
Dicendosi “solidali con le famiglie delle vittime e dei feriti” ed elevando “preghiere di suffragio per le vittime e la pronta guarigione dei feriti”, la Conferenza Episcopale esprime alle autorità del governo “piena disponibilità a fornire assistenza tempestiva per le riforme necessarie al sistema giudiziario e carcerario, al fine di affrontare le cause strutturali di tali eventi”. Sono “episodi dolorosi” che devono essere “una lezione per migliorare l’amministrazione della giustizia e del sistema carcerario nel nostro paese”.
I Vescovi “aggiungono la loro voce alle molte richieste di chiarimento, al fine di individuare cause e responsabili”, e chiedono che tali episodi non si ripetano in futuro. “Ai fratelli detenuti, figli di Dio – dicono i Vescovi – rivolgiamo l’invito a crescere nella fraternità, nella solidarietà e nel rifiuto di odio, brama di potere e di vendetta”. (CE-PA) (Agenzia Fides 24/8/2013)