Addis Abeba (Agenzia Fides)-Circa tremila rifugiati eritrei hanno dimostrato presso il campo di Berahle nella regione Afar dell’Etiopia a pochi chilometri dal confine con l’Eritrea.
I dimostranti hanno così voluto attirare l’attenzione della comunità internazionale su quello che definiscono “il genocidio commesso dal governo di Asmara contro la minoranza Afar”.
“Facciamo appello alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di proteggere gli Afar eritrei dalla pulizia etnica perpetrata da questo regime brutale” affermano i rifugiati in una dichiarazione.
In un’intervista al Sudan Tribune, Rashid Saleh, presidente dell’associazione giovanile del campo di rifugiati di Berahle, afferma che la dimostrazione è stata organizzata in coincidenza con il 22esimo anniversario dell’indipendenza dell’Eritrea (per ottenere la quale è stata condotta una guerra ultra trentennale contro l’Etiopia prima del Negus Selassié, poi di quella del regime marxista di Menghistu), sottolineando che “nonostante l’Eritrea ha conquistato l’indipendenza oltre 20 anni fa, la sua popolazione non è stata ancora liberata”.
Si stima che vi siano 5.000 prigionieri politici in Eritrea detenuti in condizioni spaventose. Migliaia di giovani preferiscono fuggire dal Paese, finendo spesso vittima dei mercanti di esseri umani (vi sono diversi eritrei tra le persone che scompaiono inghiottiti dalle acque del Mediterraneo nel tentare l’attraversata del Canale di Sicilia).
Nella sola Etiopia vi sono 70.000 rifugiati eritrei. Il campo di Berahle è stato costituto nel 2008. Si trova in una regione desertica dove la temperatura raggiunge facilmente i 45° centigradi. Il campo accoglie più di 5.000 persone in condizioni igieniche-sanitarie precarie. (L.M.) (Agenzia Fides 29/5/2013)