Kinshasa (Agenzia Fides)- Diverse centinaia di uomini armati hanno seminato il terrore a Lubumbashi, il capoluogo del Katanga nel sud della Repubblica Democratica del Congo, prima di deporre le armi nella locale base della MONUSCO (Missione ONU nella RDC).
Il 23 marzo secondo quanto riferisce la stampa congolese, circa 245 persone, tra loro anche donne e bambini, hanno fatto irruzione nel centro della città, ingaggiando una sparatoria di tre ore con le forze di sicurezza. Il bilancio ancora provvisorio è di una trentina di morti e diversi feriti tra gli assalitori mentre non si conosce il numero delle vittime tra i militari ed i civili.
I miliziani, che si sono poi arresi ai Caschi Blu della MONUSCO, hanno dichiarato di appartenere alla milizia Kata Katanga che chiede l’indipendenza della provincia dal resto del Paese.
Questa milizia ha commesso diversi attentati nell’area, tra i quali due assalti (nel febbraio 2011 e nell’agosto 2012) all’aeroporto di Lubumbashi. Il gruppo sarebbe responsabile della morte di 65 persone a Mwemena, nel territorio di Kasenga ( 250 km da Lubumbashi) uccise tra gennaio e febbraio di quest’anno.
Il Katanga era stato protagonista di alcuni tentativi di secessione, promossi da interessi occidentali, all’indomani dell’indipendenza dell’allora Congo belga nel 1960.
Più di recente, un altro gruppo guidato da Kyungu Mutanga Gédeon aveva seminato morte e terrore nei territori di Mitwaba, Pweto e Manono tra il 2004 e il 2006, prima del suo arresto. Nel settembre 2011 Gédeon è fuggito dal penitenziario di Lubumbashi dove era rinchiuso. Il capo guerrigliero è ancora libero ed ha riorganizzato il suo gruppo. La popolazione si chiede come questo è potuto accadere. (L.M.) (Agenzia Fides 25/3/2013)