Il Cairo (Agenzia Fides) - Alle prossime elezioni parlamentari potrebbe entrare in lizza un Partito d'ispirazione copta, con la funzione dichiarata di rappresentare le istanze dei settori della società – donne, gruppi urbani giovanili, comunità cristiane autoctone – che, pur avendo sostenuto la rivoluzione del 25 gennaio, si sentono ora emarginati dalla deriva islamista imboccata dalla nuova dirigenza politica egiziana. A prospettare nei giorni scorsi l'eventuale emersione del nuovo soggetto politico è stato l'attivista per i diritti civili Naguib Gabriel, leader dell'Unione egiziana delle organizzazioni per i diritti umani (EUHRO). Il nuovo Partito partirebbe da una base di 15mila militanti, e potrebbe prendere il nome di “Egypt Beiteinu” (Egitto Nostra Casa), ricalcando la formula di Yisrael Beiteinu, il Partito nazionalista laico creato in Israele da Avigdor Liebermann per fornire una piattaforma di rappresentanza politica agli immigrati russi.
I tratti d'identificazione della nuova formazione politica – ha chiarito Naguib Gabriel – sarebbero l'affermazione senza compromessi del principio di cittadinanza, la giustizia sociale e la tutela della dignità umana. In ogni caso, a detta dell'attivista, i copti dovrebbero vedere aumentata la loro presenza nelle liste dei partiti laici o islamico-moderati. Nel nuovo Parlamento – sostiene Gabriel - una parte dei seggi dovrà essere riservata ai copti, per garantire loro adeguata rappresentanza nel Paese, oggi guidato da un governo d'impronta islamista, che si è appena dotato di una nuova Costituzione fortemente improntata ai principi della Sharia.
Contattato dall'Agenzia Fides, il Vescovo Adel Zaki, OFM, Vicario apostolico di Alessandria d'Egitto, fa notare che “la Chiesa copta ortodossa e anche quella copta cattolica rifiutano che ci sia in Egitto un Partito etichettabile come il Partito dei cristiani. Tutti preferiscono che i cristiani prendano parte a gruppi e partiti politici plurali, collaborando con tutti gli altri, senza segregarsi. Inoltre - aggiunge il Vescovo - i settori liberali stanno puntando a presentarsi in un'unica lista, dove dovrebbero concentrarsi tutte le forze. Per questo disegno unitario, ogni divisione sarebbe controproducente”. (GV) (Agenzia Fides 14/1/2013)